Molti sostengono che nelle grandi città si muoia in maniera significativa a causa dello smog, cioè a causa di quell’insieme di componenti aeriformi ed in polvere che non rappresentano i componenti canonici dell’atmosfera, cioè azoto ed ossigeno.
Che respirare gas e polveri estranei ai nostri bisogni fisiologici sia da evitare, come tutto quello che è estraneo ai nostri meccanismi di trasformazione biologica a sostegno della vita, è ovvio quanto dire che non ci si deve pestare le dita col martello.
Il problema sta però nello stabilire QUANTO certi componenti come le polveri più o meno impalpabili ed i gas combusti come gli ossidi di azoto e di carbonio siano nocivi alla nostra salute in rapporto alle necessità esistenziali da cui derivano (i processi di combustione dei derivati di carbone e petrolio).
Infatti ogni aspetto della nostra esistenza ha un impatto anche negativo sulla nostra salute: l’acqua e le bevande che beviamo, il cibo che consumiamo, lo stile di vita che conduciamo.
Come sempre, va considerato il rapporto costi/benefici e quello delle alternative, quando ci siano. Purtroppo non disponiamo di VERI DATI OGGETTIVI che stabiliscano un preciso rapporto di causa ed effetto con le patologie che gli inquinanti dell’aria possono determinare.
Qui di seguito due tabelle dell’ISTAT in merito alla mortalità a Milano ed in Lombardia per malattie dell’apparato respiratorio, correlabili, secondo alcune opinioni, all’inquinamento.


La Lombardia conta circa 10 milioni di abitanti, di cui 1,35 circa concentrati a Milano capoluogo e circa 3,2 milioni nella ex Provincia milanese, oggi “Città Metropolitana”, dove secondo l’ISTAT ogni anno muoiono da 2000 a 2500 persone per patologie polmonari: una percentuale dell’ordine dello 0,06% .. 0,07% della popolazione.
Le cause “iniziali” che determinano questi decessi sono principalmente influenza, polmonite, asma e malattie croniche del basso apparato respiratorio. Come noto in ambito medico i decessi per malattie polmonari sono prevalenti e quasi “normali” nelle persone molto anziane, in cui queste patologie rappresentano l’esito finale di un processo degenerativo globale determinato dall’invecchiamento.
E’ chiaro che non sono solo gli ultraottantenni a morire di malattie polmonari, ma i grandi numeri (i soli a disposizione) ci portano a ritenere che siano la maggioranza.
Il 30% circa di queste morti, avviene per polmonite batterica o virale, il restante 70% per altre cause indeterminate. Ipotizzando per assurdo che l’inquinamento atmosferico (compreso quello da polveri sottili) sia il solo responsabile di queste altre cause, il 70% di quello 0,07%, cioè lo 0,05% della popolazione che muore ogni anno, sarebbe “morta da smog”. In questo conteggio non abbiamo volutamente considerato che fra tutte queste cause di morte c’è anche il fumo. I fumatori, che non sono pochi, non smettono di fumare solo perché invecchiano.
Nella sola Milano capoluogo (1,35 Milioni) le persone con età superiore ad 80 anni sono 102’000, pari al 7,5% della popolazione. In assenza di altri dati possiamo assumere con buona approssimazione statistica che questa percentuale sia valida anche per l’area più vasta della Città Metropolitana. Nella Milano Metropolitana nel 2017 sono morte 31’187 persone. Di queste, quelle morte per malattie polmonari (attorno a 2500 nel 2016) rappresentano l’8% del totale. Escludendo il 30% delle morti per malattie polmonari di origine batterica, scendiamo al 5,6%. Anche paragonando dati del 2016 e del 2017, tra un anno e l’altro le differenze introducono un errore statistico modesto.
Questi numeri mettono in evidenza come le malattie polmonari NON sono la causa prevalente di morte a Milano: nel peggiore dei casi rappresentano meno del 6% dei decessi, fermo restando che la maggioranza di questi interessa la popolazione ultraottantenne (oltre il 7% di quella milanese). Sulla base di questi dati, accusare la viabilità automobilistica di provocare migliaia di “morti da smog” è insostenibile. Per affermare il contrario servirebbero dati epidemiologici più accurati: li abbiamo chiesti all’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, che ci ha gentilmente indirizzato alle fonti dei dati citati.
Ecco la loro risposta:
” Con la presente sono ad inviarle alcune tabelle riguardanti i tassi di mortalità per malattie del sistema respiratorio a Milano ed in Lombardia nel periodo 2010 – 2016 ed i ricoveri per malattie del sistema respiratorio, nel periodo 2014 -2017, a Milano, stratificati per genere e classi di età, ed in Lombardia, nel periodo 2010-2016, sul totale della popolazione.
Per legge, in Italia, la causa di morte è rilevata per ogni deceduto in relazione alla malattia che ha avviato il processo conclusosi nella morte, per cui, praticamente, non è possibile disporre di dati sulle cause di tali malattie (da patogeni, fumo, inquinanti, altre cause …) se non mediante specifici studi epidemiologici che a nostra conoscenza non risultano essere stati condotti. “
Nonostante questo vuoto di informazioni le amministrazioni locali e gran parte della stampa sostengono il fantasma dei morti da smog per giustificare ogni tipo di provvedimento di limitazione all’uso dei veicoli, senza nemmeno investire proporzionalmente risorse per combattere le MAGGIORI e comprovate cause di morte, come gli eccessi alimentari, l’alcool, le droghe eccetera.
Ing. Franco Puglia