
Il bovaro americano ha impresso una svolta inattesa alla geopolitica europea.
La sua plateale e volgare, aggressiva, presa di posizione a fianco della Russia, contro l’Ucraina, determina una svolta storica nei rapporti trans atlantici, che potranno essere ricuciti, forse, dopo la scomparsa politica di Donald Trump, ma tra una DIVERSA Europa ed una America rinnovata, in qualche modo.
Non è facile immaginare quale potrà essere la FUTURA Europa: io, però, guardo la mappa dell’Europa, e quello che vedo non può essere privo di significato.
Vedo il Mare Mediterraneo, e la penisola Italiana che si estende verso sud, centrale in mezzo al Mediterraneo, protesa verso le coste africane.
E vedo altri paesi che si affacciano su questo mare: Spagna, Francia, Paesi balcanici, Grecia, e Turchia. A nord altri paesi, che tuttavia guardano verso sud, perché a nord troviamo il mare artico ed i ghiacci polari, anche in epoca di “riscaldamento globale”.
A seguito dello scandaloso, vergognoso, incontro alla Casa Bianca, dopo aver abbracciato Zelensky a Londra, il premier britannico Starmer ha convocato un incontro con tutti i paesi europei, ed ha invitato anche la Turchia, per discutere dei nuovi scenari europei e di come sostenere l’Ucraina. E invitare la Turchia esprime lungimiranza.
La Turchia occupa una posizione strategica nel Mediterraneo: infatti costituisce la porta di accesso al Mediterraneo per la Russia, attraverso il Mar Nero e lo stretto dei Dardanelli.
In passato la Russia poteva contare sui satelliti dell’area balcanica, ma la situazione è cambiata. La Russia dipende dal Mar Nero e dai Dardanelli per accedere al Mediterraneo, e la Turchia controlla le acque del Mar Nero e lo stretto.
Russia e Turchia si parlano, ma non sono “amici”. Un avvicinamento organico della Turchia all’Europa taglierebbe fuori la Russia dal Mediterraneo, se i rapporti tra Russia ed Europa non dovessero ammorbidirsi ma aggravarsi.
Non solo: la Turchia è membro della Nato e dispone delle forze armate più numerose di tutta l’alleanza in Europa. Un suo contributo in chiave di contrasto alla politica espansionistica russa appare esiziale.
La Turchia non ha mai nascosto le sue ambizioni egemoniche di influenza predominante nel Medio Oriente musulmano, una posizione che si rifà ai trascorsi dell’Impero Ottomano e che trova un suo canale preferenziale di comunicazione nella religione comune a quei paesi, quella musulmana.
Il Medio Oriente ed il Nord Africa, inoltre, hanno estremo bisogno di una svolta geopolitica stabilizzatrice capace di sedare i conflitti e rilanciare uno sviluppo interrotto.
Serve una qualche forma di collaborazione geopolitica ed economica che potrebbe partire dal piano Mattei della Meloni, opportunamente rivisitato, ampliato da una nuova alleanza difensiva e militare di respiro mediterraneo, sostitutiva della Nato.
Può non piacere l’idea di una larga alleanza tra Europa cristiana e mondo musulmano, ma al momento mi pare una via obbligata, e potrebbe anche essere un percorso che conduce alla pace nella regione. Una Unione dei popoli Europei e Mediterranei (U.E.M) potrebbe rappresentare una novità geopolitica ed economica assoluta, capace di confrontarsi con il potere americano, ormai ostile, almeno sin che dura Trump, e con quello russo-cinese.
Io mi auguro che gli esponenti dei paesi europei capiscano qualcosa di più degli americani in termini di politica internazionale e di geopolitica, e che sappiano trovare la via per uscire da questo pantano.
Ing. Franco Puglia
2 marzo 2025