
Traggo spunto da una chiacchierata col mio farmacista per tornare su un argomento che negli anni scorsi ha suscitato un vespaio di polemiche: le vaccinazioni.
Prima di tutto COSA è un farmaco: è un insieme di molecole organiche (cioè legate al Carbonio) e inorganiche (senza presenza di molecole a base di Carbonio) che se somministrate agli organismi viventi vengono assorbite ed interferiscono con il funzionamento di alcuni organi in particolare, ma anche con altre cellule viventi come i batteri, buoni e cattivi, presenti negli organismi. Per quanto la farmacopea cerchi di mirare l’azione dei farmaci a bersagli specifici, le loro molecole si diffondono in TUTTO l’organismo, e possono produrre effetti indesiderati.
Le molecole dei farmaci NON sono in grado di riprodursi, in genere non possono essere smantellate dai fagociti (gli spazzini degli organismi viventi) e vengono espulse attraverso le vie urinarie e fecali.
Cosa è invece un VACCINO: questi prodotti farmaceutici, che NON sono dei farmaci, hanno lo scopo di indurre negli organismi delle risposte immunitarie, stimolando i sistemi immunitari a produrre immunoglobuline, una sorta di fagocita specifico per alcune categorie di batteri e virus.
Poiché i vaccini mirano ad un target batterico molto specifico, in passato sono stati tutti realizzati tramite colture in vitro del batterio/virus da combattere, inibendo con tecniche diverse la sua capacità di replicarsi, di riprodursi, determinando infezioni.
Quindi un vaccino creato con un batterio o virus attenuato, se iniettato in un organismo vivente non è in grado di riprodursi, e quindi non può vivere a lungo nell’organismo, viene riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario che crea specifici anticorpi per distruggerlo, conservando una memoria immunitaria di quel patogeno.
Le molecole della dose di vaccino iniettata si diffondono nell’organismo, ma non possono sopravvivere. Non vengono espulse soltanto attraverso le vie urinarie e fecali ma vengono distrutte e metabolizzate dai fagociti, perciò scompaiono. Sono molecole fragili, chimicamente, e si fanno facilmente scomporre nei loro costituenti di base.
Scomporre una molecola inorganica, invece, richiede processi chimici più complessi ed energici, che eccedono le capacità degli organismi.
In conclusione, un farmaco può lasciare tracce persistenti negli organismi, perché se tutte le sue molecole non vengono secrete tramite le vie urinarie e fecali, possono insediarsi stabilmente negli organi, inducendo patologie future.
Le molecole di un vaccino, invece, non possono insediarsi negli organismi, perché vengono smembrate e metabolizzate dai fagociti. Questo vale per TUTTE le molecole VIVENTI, anche per quelle proprie degli organismi, se danneggiate o morte, quindi inutili e da espellere e ricostruire.
Recentemente, a seguito dell’epidemia Covid, sono stati creati dei nuovi vaccini ad MRNA, cioè acido ribonucleico messaggero. Queste cellule, ricostruite in vitro ad immagine e somiglianza dell’analoga molecola del virus, sono state usate come vaccino nell’epidemia di Covid del 2020, allo scopo di stimolare negli organismi umani una risposta immunitaria al virus del Covid.
Queste molecole costituiscono una parte della molecola del virus, non sono il virus depotenziato. Contengono però un messaggio biologico riconoscibile dai sistemi immunitari umani. Queste molecole NON sono in grado di riprodursi spontaneamente.
Quindi, dopo un certo tempo, scompaiono dall’organismo, distrutte dai fagociti.
Sui vaccini MRNA è stato detto di tutto e di più, accusandoli di indurre reazioni immunitarie avverse e persino letali.
In astratto questo non è impossibile, ma nella stessa misura in cui tali reazioni possono essere indotte dalla contaminazione con il virus del Covid completamente vitale, o da infiniti altri batteri e virus, e da infiniti farmaci, per non parlare degli alimenti, nessuno escluso.
Il sistema immunitario difende la nostra vita, ma talvolta le sue reazioni sono sbagliate o eccessive. Le patologie autoimmuni sono determinate da risposte immunitarie immotivate, sbagliate. Lo shock anafilattico è una reazione violenta, anche letale, ad una causa giusta, ma con una risposta immunitaria eccessiva. E gli shock anafilattici si producono anche per ingestione di alimenti e di farmaci, se il soggetto è predisposto.
Vedasi, ad esempio, il rischio di reazioni abnormi nelle indagini radiologiche con mezzo di contrasto.
In ultima analisi, cautela di più con i farmaci, ma se non se ne può fare a meno … e molta meno paura dei vaccini.
Ing. Franco Puglia
9 maggio 2025