ARTI E MESTIERI

Quella del titolo è una definizione antica, orientata a distinguere, secoli or sono, le ARTI dai MESTIERI, una distinzione che permane ai giorni nostri, ma su cui è il caso di soffermarsi.

Cosa erano i MESTIERI? Coltivare la terra, prima di tutto, allevare il bestiame, combattere le guerre, costruire attrezzi (falci, coltelli, spade, forconi, martelli, chiodi, ecc), cucire vestiti, confezionare scarpe, e via discorrendo.
E poi c’erano le ARTI : la pittura, la scultura, l’architettura, la letteratura, la musica.

Cosa distingue le due cose? I mestieri esprimevano una specializzazione di lavoro volto a soddisfare le necessità della vita, ed all’interno di questo il concetto di bellezza era quasi assente, sostituito da quello di utilità e funzionalità.
Le arti, invece, cercavano di descrivere la realtà del mondo, fotografandolo ed in parte trasfigurandolo nella sovra realtà descritta dai miti, dalla religione, dalla fantasia.
Ecco quindi la pittura, che fissa le immagini del mondo, quello reale e quello immaginario, di connotazione religiosa; ecco la scultura, che riproduce le forme nelle loro tre dimensioni naturali; ecco l’architettura, che cerca di esprimere negli edifici un’armonia che è dentro di noi e che vuole farsi riconoscere anche nelle opere umane, essendo già ben presente nelle opere della natura. Ed ecco la letteratura e la musica, che ricreano fuori dal visibile storie ed emozioni, sentimenti e descrizione di un sapere antico e nuovo, fissato sulla pergamena, e poi sulla carta, o affidato alla fuggevole creatività dei musicisti.

Tutto questo è cresciuto e si è trasformato, giungendo sino ai giorni nostri, ma dimenticando lungo il percorso le ragioni stesse di questa distinzione, ed i suoi contenuti.
La tecnologia ha trasformato tutto: per fotografare la realtà visibile oggi non servono pennelli e colori: basta un cellulare. Tuttavia immagini su tela, prodotte con pennello e colori, vengono considerate un ‘opera d’arte pittorica; la foto di un cellulare, invece, non è niente. Allo stesso modo altre forme classiche di “espressione artistica” (scultura, musica, ecc) mentre altre opere dell’ingegno umano sono declassate a PRODOTTI di mestieri, senza alcun valore artistico.

In realtà ciò che fa la differenza tra il presente ed il passato sono solo gli STRUMENTI adottati, quelli disponibili allora ed oggi. Nel ‘500 la sola scelta per rappresentare un immagine erano colori e pennelli; oggi no, anzi, colori e pennelli sono strumenti desueti, ancorché tuttora impiegati per darsi una PATENTE DI ARTISTA, perché disponiamo di computers per creare immagini di fantasia, e strumenti fotografici per congelare attimi di realtà, o addirittura per registrare intere scene prolungate, con i filmati.
Qua e là, secondo convenienza, anche le nuove forme di espressione hanno ricevuto patenti artistiche: nel cinema si parla di “film d’arte” o “film d’autore”, volendo intendere la medesima cosa. Ed anche la fotografia ha assunto una certa dignità artistica se le immagini sono particolarmente significative e realizzate da autori di prestigio.
Un telefono cellulare, che rappresenta un piccolo capolavoro sotto ogni aspetto, non rientra, però, in questo Gotha degli oggetti d’arte, mentre tanti scarabocchi realizzati col pennello o con altri materiali abnormi vengono catalogati come opere d’arte, senza mai riuscire a superare quella “merda d’artista” contenuta in un vasetto che molti anni fa venne esposta in una galleria d’arte moderna.

Vorrei far comprendere come, soffermandosi a riflettere, acquisendo una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda, potremmo, e dovremmo, arrivare a riconsiderare queste distinzioni arcaiche, riconoscendo un valore di ARTE ad una infinità di opere umane che incontriamo ovunque tra noi, realizzate con strumenti meravigliosi che altri ARTISTI hanno saputo immaginare e realizzare, perché anche una macchina può essere una OPERA D’ARTE, esprimendo armonia di forme, funzionalità, e quant’altro.
ARTE intesa come espressione della creatività umana, ovunque e comunque si manifesti.

E le gallerie di ARTE MODERNA? Ecco, forse in queste troviamo ALTRO rispetto all’espressione artistica; è vero che in ipotesi celano uno sforzo creativo, ma il risultato è più spesso “merda d’artista”, se guardato spassionatamente e non attraverso il filtro distorcente di un cervello manipolato per riconoscere qualcosa dove non c’è, allineandosi al gregge delle pecore che seguono il belato del critico d’arte di turno, prodigo di parole involute e ridondanti, volte a descrivere il nulla, dandogli una sostanza che non possiede.

E forse, invece, dovremmo cercare, e pretendere di trovare, la bellezza dell’espressione creativa umana in tutto quello che ci circonda, anche nel quotidiano, trasformando le cose attorno a noi da semplici strumenti del vivere in espressioni del nostro essere, all’interno di un’armonia che è la nostra aspirazione primordiale, quella che fa la differenza tra noi umani ed il mondo animale, che vive in una diversa armonia di cui, tuttavia, forse, non è consapevole.

Ing. Franco Puglia
26 marzo 2023




I MATTONI DELLA VITA

La vita sul pianeta dipende da alcuni elementi di base che sono i mattoni delle costruzioni biologiche, da quelle più semplici a quelle più complesse.
Ciascun mattone è indispensabile alla costruzione dell’edificio della VITA, vegetale ed animale, ma uno lo è più di ogni altro: IL CARBONIO.
Si tratta di un elemento base, non di una molecola, capace di 4 legami elettrochimici con altri atomi. Gli altri mattoni fondamentali, alla base di tutto, sono l’idrogeno e l’ossigeno.

Ma dove troviamo in natura questi mattoni?
– Il carbonio: nella CO2 (anidride carbonica) e nello CH4 (metano) oppure nel carbon fossile
– L’ossigeno: libero in atmosfera, come molecola di 2 atomi o, molto meno, di 3 (ozono)
– L’idrogeno: come CH4, gas metano, in prevalenza.
– L’acqua, H2O.
Non solo così: è evidente che esistono infiniti composti con molecole più complesse che contengono questi elementi, diversamente combinati, ma le molecole più semplici, e più diffuse, sono quelle poche che ho elencato.

Il mondo vegetale, oltre ai mattoni di base, C, H, O, ha anche bisogno di altri elementi per costruire le molecole del suo tessuto vivente, ad esempio l’azoto, ma anche numerosi sali minerali. Il mondo vegetale trova l’idrogeno e l’ossigeno nell’acqua, attraverso la quale assorbe anche i diversi sali minerali ed anche l’azoto, attraverso i nitrati solubili, presenti nel terreno. Ed il carbonio? Solo e soltanto dalla CO2 presente nell’aria, scindendo la molecola di CO2 in carbonio ed ossigeno, trattenendo il carbonio e liberando ossigeno nell’aria.
Il vegetale NON può assorbire carbonio dal terreno perché il carbonio NON è solubile nell’acqua ed un vegetale può assorbire dal terreno soltanto qualcosa che sia solubile in acqua. Attraverso il fogliame, invece, può assorbire i gas atmosferici grazie all’apporto energetico dato dalla radiazione solare, che determina processi foto-bio-chimici di scissione della molecola di CO2 ma anche l’assorbimento diretto di altri gas atmosferici.
Nota: non so se esistano forme vegetali capaci di assorbire direttamente azoto o metano o altri gas diversi da CO2 ed O2 dall’atmosfera.

Stabilito questo, ED E’ INCONFUTABILE DA PARTE DI CHIUNQUE, chiedetevi come è possibile immaginare di combattere la presenza della CO2 in atmosfera, CO2 accusata di essere un pericoloso GAS SERRA che sta sconvolgendo il clima.
Pensate che c’è chi immagina di catturare la CO2 atmosferica per “sequestrarla” sotto terra in fantomatici serbatoi di raccolta. Peccato che lo abbia già fatto anche troppo la natura, nel corso di milioni di anni, con sconvolgimenti tellurici catastrofici, che hanno sepolto miliardi di metri cubi di legname facendoli marcire e trasformandoli in petrolio, gas metano e carbon fossile. Quando bruciamo i combustibili fossili restituiamo all’atmosfera ciò che da sempre le apparteneva e che ha permesso, in epoche antichissime, lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione, poi scomparsa, dando luogo ad una progressiva desertificazione del pianeta, che noi ci proponiamo di accelerare.

Va da se che tutta la vita animale dipende da quella vegetale, con il ciclo degli erbivori e dei predatori carnivori che si nutrono delle prede erbivore. Da sempre.
Ma noi vorremmo cancellare la CO2 dalla faccia della terra …
Perché sarebbe un pericoloso GAS SERRA , che trattiene una quantità enorme di calore che il suolo ed i mari cercano di irradiare verso lo spazio durante la notte, anche se la povera CO2 si è ridotta ad essere, nel corso di milioni di anni, soltanto lo 0,04% della composizione dei gas atmosferici …

Capite sin dove può arrivare la follia umana?
E la MALAFEDE interessata, che confonde ad arte CO2 ed inquinamento, che è tutt’altro, anche se gli inquinanti possono contenere CO2, ma anche acqua, se è per questo, che FORSE non è in se un inquinante …
E la cosa sconvolgente è che se approfondiamo la conoscenza scientifica delle specifiche caratteristiche fisico-chimiche di questo gas letale scopriamo che NON ha alcuna caratteristica tale da renderlo più ricettivo nei confronti del calore rispetto a qualsiasi altro gas, neppure a parità di concentrazione, figuriamoci poi con la sua modestissima presenza atmosferica.

Però la guerra al carbonio, attraverso la guerra alla CO2, sta stravolgendo il nostro mondo, mettendo in discussione l’intera costruzione della nostra civiltà tecnologica fondata sulla mobilità individuale e sulla disponibilità di energia di origine fossile, non soltanto solare o idraulica o eolica o nucleare.
Una cosa è preoccuparsi, come in passato, dell’esaurimento delle fonti di energia fossile, cercando di integrarla con altre fonti, altra cosa è proporsi di sostituirla integralmente con fonti alternative, costi quel che costi.
Risparmiare energia è cosa buona e giusta, perché costa, quale che ne sia la fonte e, almeno in ambito locale, RISCALDA L’ARIA, direttamente, perché qualsiasi fonte di energia si trasforma in calore alla fine dei processi.
L’acqua bolle in pentola grazie al calore della fiamma, non grazie alla CO2 prodotta dalla fiamma !!!

In conclusione: la CO2 è un gas prezioso, perché sta alla base dei processi vitali del pianeta; per farle svolgere la sua funzione, serve stimolare la vegetazione, ovunque sia possibile, ristabilendo equilibri compromessi tra produzione di calore di origine antropica, produzione di CO2 in atmosfera, assorbimento di calore solare da parte del mondo vegetale grazie allo stimolo alla crescita indotto dalla CO2 e dalla piovosità che la forestazione induce nelle zone in cui è intensamente presente.
E’ un equilibrio che determina le condizioni climatiche del pianeta, assieme ad altre concause di natura solare o tellurica (attività vulcanica sotterranea, anche marina).

Ridurre i consumi di energia ha senso per temperare il clima su base locale, non planetaria, evitando di produrre bolle di calore in bassa atmosfera, localizzate su determinate aree, favorendo in tal modo anche cambiamenti delle correnti atmosferiche che producono le precipitazioni e ne determinano intensità, direzione e territori di scarico.
Ma ridurre i consumi di energia significa DI QUALSIASI TIPO DI ENERGIA, a prescindere dalla fonte. Possiamo quindi continuare a consumare petrolio e gas naturale? La risposta è SI, tenendo presente che comunque è necessariamente vero che queste fonti non siano inesauribili e quindi ben vengano le energie alternative, ma intese in senso complementare, non sostitutivo, perché è FALSO che contribuiscano a ridurre l’impatto umano sul clima.

Se poi il reddito di chi legge queste righe dipende dal credere, o meno, alla favola della CO2 gas serra, posso capire che voglia negare il VERO a tutti i costi, ma si metta una mano sulla coscienza, se ne ha una, e sappia che sta contribuendo ad un processo INVOLUTIVO che, prima o poi, travolgerà anche lui, forse più gravemente degli altri, perché avrà fondato la sua vita su un castello di carte che può solo crollare.


Ing. Franco Puglia
16 marzo 2023