PANEM ET CIRCENSES

Gli antichi Romani erano già ben consapevoli delle debolezze umane e di come controllare le masse da posizioni di potere.
Sapevano che il popolo accetta supinamente tutto, a condizione di avere la pancia piena e la testa vuota, da riempire con gli spettacoli.
Pensare, ragionare, scegliere, decidere: un privilegio per pochi.
Dopo il crollo dell’impero romano, dopo le epoche buie del Medioevo, fatte più di silenzi monastici e di pasti frugali che non di baldoria, siamo arrivati ai giorni nostri, attraverso fasi evolutive, per riprodurre in un mondo radicalmente diverso da quello i medesimi meccanismi.
Noi viviamo IMMERSI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO .

TUTTO deve essere spettacolarizzato, anche ciò che per natura non lo sarebbe. Lo spettacolo, quale che sia, ti libera dalla FATICA DI PENSARE, perché non richiede alcuno sforzo da parte tua: come spettatore sei PASSIVO, non puoi interloquire con quel che vedi, sei un contenitore VUOTO che si riempie dei contenuti che ricevi.
Ma il cervello umano memorizza, ricorda, introietta: pensieri non tuoi diventano tuoi. Così lo spettacolo ti manipola, ti omologa al sentire che sottende. Certo, non tutti gli spettacoli sono equivalenti, ma la massa degli spettacoli a cui siamo sottoposti, volenti o nolenti, esercita questa funzione, ha questo genere di effetto.
La pubblicità, TUTTA, è spettacolo, breve, sintetico, penetrante, volta a creare in te un’esigenza che neppure ti sognavi di avere, o comunque ad influenzare le tue scelte su argomenti specifici.

Lo spettacolo è tanto più efficace quanto più la pancia è piena.
La pancia vuota ti rende meno sensibile, anche se non insensibile, perché il tuo interesse primario è rivolto altrove.
Quindi il POTERE, quale che sia, deve preoccuparsi che le pance non siano troppo vuote, perché qualsiasi potere ha bisogno di un vasto consenso, e le pance vuote tendono ad essere ribelli, non accondiscendenti.
Lo spettacolo, poi, aiuta a svuotare le menti, riempiendole poi di contenuti funzionali al sistema, e resta ben poco spazio per lo sviluppo di un pensiero davvero autonomo, che non sia condizionato dall’esterno.

Sin qui uno potrebbe dire: cosa c’è di male? Se il potere è “buono”, se riempie le pance ed il popolo si diverte con gli spettacoli, dove sta l’errore? Invece questa condizione è SEMPRE deleteria, anche con un “potere buono”, perché in un qualsiasi sistema sociale, che è fatto di PERSONE, non di spettacoli, ogni persona svolge un suo ruolo, una professione, ruoli e professioni che richiedono CAPACITA’ COGNITIVE, oltre che una cultura almeno nozionistica, funzionale al ruolo o professione svolti. E se queste capacità cognitive sono scarse, o assenti, le nozioni memorizzate non sono sufficienti allo esercizio produttivo nel ruolo, perché chi lo interpreta è privo di qualsiasi capacità creativa, costruttiva, visto che il cervello è stato educato a compiti esclusivamente ricettivi, non essendo richiesta alcuna elaborazione delle informazioni memorizzate.
Perciò un medico, se così educato, agirà come un robot, che attinge nel suo Data Base, non come un MEDICO che indaga sulla patologia del paziente, che analizza le opzioni delle diverse terapie.
E sarà superficiale, essendo portato a sorvolare sui dettagli, educato com’è a ricevere messaggi d’insieme, col risultato di una elevata probabilità di formulare diagnosi sbagliate o nessuna diagnosi.
Ed il medesimo ragionamento si può applicare a qualsiasi altra professione o ruolo, nel mondo industriale, nella scuola, come anche nell’educazione familiare dei figli.

Il degrado cognitivo indotto dalla società dello spettacolo è in se gravissimo, ed ha conseguenze di ordine politico, sociale ed economico, e persino bellico, quando l’assenza di atteggiamento critico ed il comportamento passivo conducono a sostenere qualsiasi tipo di forma di potere.
E’ ragionevole obiettare che il comportamento passivo delle masse precede di parecchio l’odierna società dello spettacolo.
E’ vero, e non a caso mi sono rifatto addirittura agli antichi Romani.
Ma lo spettacolo nasce anche prima di Roma antica, è vecchio quanto l’essere umano, però mai come oggi è stato tanto pervasivo, cosa tanto più grave quanto più si richiedono a TUTTI i cittadini capacità cognitive sempre più elevate, per riuscire a svolgere un qualsiasi ruolo in un mondo estremamente variegato e complesso.

Si, il festival di Sanremo, è stato lo stimolo per questa riflessione, ma è uno stimolo quotidiano attraverso la TV (basta accenderla, su qualsiasi canale) ed attraverso le informazioni che bene o male ci raccontano gli effetti sulle masse di ogni genere di spettacolo, incluse le manifestazioni sportive, ultima in ordine di tempo la performance del tennista Sinner.

Si può guarire da questo male pervasivo? Temo di no.
Le conseguenze? Sono sotto i nostri occhi, ogni giorno.

Ing. Franco Puglia
11 Febbraio 2024



Un pensiero su “PANEM ET CIRCENSES

  1. Nell’articolo ragiono sugli effetti di perdita delle capacità cognitive determinati dal mondo dello spettacolo, inteso in senso lato.
    Questa povertà cognitiva, non culturale, cioè nozionistica, mi appare di tutta evidenza spazzolando la RETE, leggendo post e commenti di gente che più spesso non conosco, persone con alcune delle quali ho saltuarie interlocuzioni, in cui emerge il deserto cognitivo, che non è il deserto della conoscenza nozionistica, ma della comprensione ed elaborazione di quanto appreso.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.