LE FANDONIE SULLE FORZANTI CLIMATICHE HANNO LE GAMBE CORTE

Recensione dello studio in sei capitoli di Thomas Shula, California, USA e Markus Ott, Germany sul trasferimento termico in atmosfera e sul ruolo dei gas definiti ad effetto serra, che smantella il castello di carte IPCC ed il ruolo della CO2.
Documento originale in inglese
Traduzione in italiano

Gli autori di questo OTTIMO lavoro si sono concentrati essenzialmente su un solo aspetto, tutt’altro che secondario, delle interazioni termodinamiche dei componenti dell’atmosfera del pianeta, senza voler neppure entrare nel merito di altri aspetti che, se analizzati, smontano in maniera del tutto analoga le tesi fantasiose di quanti hanno trovato uno sbocco di carriera in organizzazioni governative avanzando una tesi sui cambiamenti climatici che accontenta una vasta platea di cittadini, ostili all’impiego dei combustibili fossili per le attività umane, perché inquinanti, ed è anche vero, e perché strumento di potere concentrato nelle mani di pochi produttori mondiali, che controllano le fonti di petrolio e gas naturale, relativamente poche ed anche in esaurimento, ma questo ultimo aspetto è stato volutamente dimenticato.

In estrema sintesi gli autori analizzano il comportamento termodinamico delle molecole descritte come “ad effetto serra”, cioè sensibili alla radiazione infrarossa, la sola che il pianeta possa emettere in via spontanea, in base alla bassa temperatura della sua superficie, ed analizzano questo comportamento nel mondo reale, cioè con i “gas serra”, CO2 in testa, diluiti in altri gas, come accade nella realtà, dove il 99% dei gas atmosferici è costituito da azoto ed ossigeno con un misero 0,042% occupato dalla CO2. Le tesi IPCC trattano la CO2 come se fosse un gas isolato in una atmosfera vuota, dove le sole interazioni possibili sono tra questo gas e la superficie del pianeta.
I “gas serra” sono gas con molecole multi-atomiche, almeno triatomiche, che possono assumere diversi stati energetici, almeno due, rispetto alle molecole biatomiche come ossigeno ed azoto, ed altri. Questi gas, se irradiati da radiazione infrarossa, possono energizzarsi, assumendo uno stato eccitato temporaneo, come accade a livello atomico, cosa ben nota agli studiosi di Fisica nucleare. Ma questo stato dura poco, e dopo una frazione di secondo ritornano allo stato iniziale, riemettendo la radiazione ricevuta.

Da qui la tesi dei sacerdoti IPCC che immaginano una “cattura” di questa radiazione IR da parte della CO2 ed una sua successiva ritrasmissione in tutte le direzioni, verso l’alto ma anche verso il basso. Peccato che il tragitto di questa radiazione sia troppo breve per raggiungere la superficie del pianeta come radiazione di ritorno …
Infatti gli studi IPCC trascurano completamente gli elementi fondamentali del clima planetario: i trasferimenti termici per conduzione e convezione.

Ed e’ qui che gli autori affondano la lama nel cuore della strampalata teoria radiante del clima, rivelando quale sia la natura e la velocità delle interazioni tra le molecole di CO2, o di qualsiasi altro gas sensibile agli IR, rivelando come l’interazione tra molecole adiacenti di gas diversi sia PRIORITARIA rispetto a qualsiasi altra interazione, costringendo quindi la CO2, o chi per lei, compreso il vapore acqueo, ad una immediata cessione di energia alle molecole adiacenti, grazie a quel fenomeno che abitualmente chiamiamo CONDUZIONE TERMICA. E rivelano che la velocità di trasferimento di energia dalle molecole dei “gas serra” alle molecole adiacenti è davvero di gran lunga superiore a quella del decadimento IR spontaneo, che non ha neppure il tempo di prodursi, per lo meno in una atmosfera densa come la troposfera, mentre il decadimento spontaneo ha maggiore probabilità di verificarsi dove l’atmosfera è rarefatta, cioè nella stratosfera ed oltre, con perdita di energia verso lo spazio cosmico. Fine ingloriosa dell’effetto serra, che semplicemente non esiste, o comunque non descrive i fenomeni immaginati dagli studiosi IPCC.

Il bello dell’intera vicenda è che queste “rivelazioni” dei due autori esprimono qualcosa di ben noto all’umanità intera, bambini compresi. Se volete scaldavi con una doccia vi mettete sotto la doccia, a contatto con l’acqua, oppure vi avvicinate al getto della doccia senza bagnarvi, approfittando del calore “irradiato” dal flusso di acqua calda? La trasmissione del calore più efficiente che esista è quella PER CONTATTO DIRETTO tra fonte trasmittente e corpo ricevente. Non vi scottate avvicinando la mano ad una fiamma, ma se la toccate vi ustionate. In atmosfera non è, perché non potrebbe mai, essere diverso: tutte le molecole presenti in una miscela di gas possono soltanto avere la stessa temperatura; non è possibile riscaldare selettivamente un gas miscelato e riscaldare solo quello: la cessione di calore è immediata. Questa cosa la ho detta, scritta e ripetuta infinite volte, perché emerge dal senso comune, equivale a sostenere che la terra è rotonda e non piatta.

Gli autori hanno nel loro scritto il grande merito di dare una descrizione rigorosamente scientifica e credo non confutabile di un meccanismo arcinoto, che da solo derubrica a operetta da due soldi gli studi dei climatisti di fede IPCC, che dovrebbero vergognarsi al punto di sparire dalla circolazione, negando di essersi mai occupati di questa materia.

Ed i due autori non si prendono neppure il disturbo di mettere in campo altri elementi che derubricano le teorie dei modelli climatici a spazzatura, come il fatto che la banda IR attorno a 15 micron, assunta come finestra d’ingresso della radiazione IR nelle molecole di CO2, non trovi riscontro sul pianeta, perché le temperature planetarie producono IR a lunghezze d’onda più corte. E lasciano correre sulla modestissima concentrazione della CO2 in atmosfera, che la fa assomigliare alla molecola di sodio dispersa nella pubblicità di una nota acqua minerale. I fenomeni di massa (il clima) richiedono MASSA ! I “tornados” non muovono poche molecole d’aria, ma masse ingenti, migliaia di tonnellate di gas atmosferici. L’energia elettrica in gioco nei fulmini è enorme, non basta la scintilla di un accendino a simularli. E sorvolano sulla seconda legge della termodinamica, che impedisce ad un corpo freddo di riscaldare un corpo caldo, consentendo soltanto l’opposto.
Anche i bambini sanno che salendo di quota, in qualsiasi parte del pianeta, la temperatura diminuisce, per cui una regione atmosferica più fredda non può riscaldare una superficie planetaria più calda. Persino la saggezza popolare sa che “una sola rondine non fa primavera” e ci sono più rondini in una primavera tardiva che molecole di CO2 in atmosfera.

E nonostante la plateale inconsistenza delle famigerate teorie sul clima, che vogliono a tutti i costi trovare un capro espiatorio, un nemico da combattere, da dare in pasto alla credulità popolare, la politica ed una parte del mondo accademico ed industriale continuano ad insistere nella medesima direzione, in un progetto di riconversione delle fonti energetiche e dei consumi che è a tutti gli effetti suicida, e di cui si iniziano a percepire i primi effetti devastanti, in particolare nel settore dell’auto.

Il lavoro di Thomas Shula e Markus Ott ci offre un ottimo strumento di indubbio spessore scientifico per cercare di smantellare questo castello di carte, prima che le sue conseguenze ci travolgano del tutto.

Ing. Franco Puglia, esperto di sistemi di misura di alta precisione e studioso delle dinamiche atmosferiche possibili nell’ambito delle leggi della Fisica.

Milano, 6 Gennaio 2025

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.