
La Bibbia racconta che nel XIII secolo a.C., durante la XIX dinastia egizia, gli Ebrei vennero cacciati dall’Egitto, iniziando l’esodo che li portò con Mosé nella “terra promessa da Dio”.
La narrazione biblica inizia con gli ebrei, inizialmente trattati come lavoratori liberi, che diventano schiavi degli Egizi ma, a seguito delle dieci piaghe comminate all’Egitto da Dio per convincere il Faraone a liberare gli ebrei, dopo la morte del primogenito egiziano, il Faraone acconsentì alla partenza degli ebrei. Guidati da Mosè, fuggirono ed attraversarono il Mar Rosso mentre Dio apriva le acque, permettendo loro di passare mentre l’esercito egiziano veniva sommerso.
Dopo la fuga, il popolo ebraico vagò per 40 anni nel deserto del Sinai, ricevendo da Dio il cibo (manna e quaglie) e le Tavole della Legge sul monte Sinai. Questa la leggenda biblica, di cui mancano conferme storiche.
La Palestina, comunque si chiamasse all’epoca, occupata da popolazioni ebraiche e non solo, venne in seguito occupata dai Romani, all’epoca dell’Impero. Gli ebrei, scontenti del dominio romano e delle interferenze romane nei loro affari religiosi, che avevano portato a una violazione della loro autonomia, e del deterioramento delle condizioni economiche a causa di pesanti tasse e la corruzione delle autorità romane, portarono ad un conflitto tra ebrei e romani. I Romani, rappresentati dal procuratore Gessio Floro, calpestarono la religione ebraica, determinando una forte opposizione popolare. La rivolta ebraica, iniziata da elementi zeloti che attaccarono un distaccamento romano, portò alla temporanea presa del controllo ebraico della Giudea, ma l’Imperatore Nerone inviò il generale Vespasiano, che, con un esercito ben preparato, schiacciò la rivolta.
Il figlio di Vespasiano, Tito, assediò Gerusalemme nel 70 d.c. e distrusse il Secondo Tempio. La distruzione del Tempio e la repressione della seconda rivolta (132-135 d.C.) portarono a un esodo di massa di ebrei dalla regione, stabilendo così la Grande Diaspora.
Più recentemente, nel XX Secolo, gli ebrei vennero espulsi dall’Egitto, nel 1956, sotto Gamal Abdel Nasser, che confiscò i loro beni, una vicenda storica che vide queste comunità ebraiche disperse in tutto il mondo, ricalcando in tono minore l’altra cacciata storica ad opera dei Romani e quella biblica all’epoca dei Faraoni.
E questo accadeva DOPO il 1945, DOPO il genocidio nazista degli Ebrei europei. Oggi tocca agli arabi di Gaza subire il medesimo trattamento che altri arabi, Egiziani, prima, all’epoca dei faraoni, poi in epoca recentissima, 1956, inflissero agli Ebrei.
Oggi i gazawi pagano per le colpe del mondo arabo, e non solo, nei confronti di questo particolarissimo popolo ebraico, altamente identitario e portabandiera della prima religione monoteista della Storia umana.
Ing. Franco Puglia
18 settembre 2025