I giacimenti di materie prime ucraine che fanno gola a Trump

Tra i più importanti giacimenti di materie prime critiche presenti sul territorio ucraino abbiamo:

  • terre rare, che comprendono 17 elementi chimici tra cui europio, lutezio e cerio, utilizzate nella realizzazione di smartphone e auto elettriche, computer e turbine eoliche; in Ucraina si stima che le riserve di terre rare contenute nel giacimento di Azov superino quelle dei più importanti giacimenti del Nord America, anche se attualmente non vengono ancora sfruttate;
  • litio, presente nei giacimenti della regione di Donetsk, in Ucraina orientale, e a Kirovograd, nella sua parte centrale (si stima che il Paese ne ospiti 500.000 tonnellate); il litio è fondamentale nella produzione di batterie ricaricabili e nell’immagazzinamento dell’energia generata da fonti rinnovabili;
  • titanio, che trova impiego soprattutto nell’industria aeronautica e aerospaziale, nel settore medico e nella produzione di cementi; l’Ucraina ospita le più grandi riserve di titanio in Europa e il 7% di quelle mondiali;
  • grafite, di cui l’Ucraina detiene ben il 20% delle riserve mondiali e che, tra le molte applicazioni, trova impiego negli impianti elettrici e nucleari;
  • gallio, di cui l’Ucraina è il quinto produttore mondiale e che è essenziale per produrre semiconduttori e LED;
  • berillio, presente nei depositi di Perha, nel nord-ovest del Paese e utilizzato in particolare nei settori medico, nucleare ed elettronico. Tutte queste materie prime si trovano in larga misura collocate nella regione sud orientale del paese, quello attualmente sotto occupazione russa. Mettiamo da parte per un momento l’atteggiamento ricattatorio di Donald Trump, che pretende di mettere un’ipoteca su ricchezze minerarie del paese (500 miliardi di $ !!!) per recuperare le spese militari sin qui profuse (Pagate come? A debito. E nelle tasche di chi sono finiti quei soldi? Industria bellica americana? Ma guarda … )

I territori in cui si trovano quelle materie prime sono sotto il controllo russo. I russi sono interessati almeno quanto gli americani allo sfruttamento di quelle risorse.
E allora come fa Zelensky a cedere agli americani qualcosa che, al momento, non gli appartiene più, se è vero che le condizioni di una pace con la Russia prevedono ormai la cessione definitiva di quei territori ai russi? O Trump intende arrivare ad un accordo con Putin per spartirsi da buoni amici il bottino? Formalmente, però, quei territori sono ancora ucraini, ancorché in mano russa. Per poterli sfruttare gli americani devono mettere piede in quelle regioni e cominciare a lavorarci dentro.
E in che modo, se ci sono i russi? I conti non tornano.
O russi ed americani si mettono d’accordo per uno sfruttamento congiunto, oppure entrano direttamente in conflitto per l’occupazione finalizzata di quei territori.
E’ mai possibile che Trump voglia cogliere la scusa del suo diritto di sfruttamento di quei giacimenti, concessogli dal legittimo governo ucraino, per imporre ai russi di abbandonare subito quei territori? Oppure il genio che occupa la più importante poltrona di Washington non sa fare 2+2.

Ing. Franco Puglia

22 febbraio 2025