NAZIONI, STATI E TRIBU

Un commento appropriato di Severina Alberti richiama alla mia memoria la questione dei nativi nordamericani, in rapporto alla questione dei nativi palestinesi, che tali sono, in assenza di un solo “popolo” palestinese.
Le due storie sono davvero parallele: il nord americano, come il centro ed il sud, erano abitati da nativi di lontanissima origine asiatica, organizzati in piccoli insediamenti tribali, con alcune eccezioni nell’America centro-meridionale, dove alcune popolazioni ebbero una loro maggiore specificità culturale e linguistica, come i Maya, gli Aztechi, gli Incas, i Toltechi.
La colonizzazione europea da parte di inglesi, spagnoli e portoghesi, pochi francesi nel nord canadese, fece affluire in questi territori una massa crescente di immigrati, portatori di una cultura radicalmente diversa da quella dei nativi, molto più avanzata sotto ogni profilo, molto più forte anche sul piano militare. Il conflitto tra queste culture fu inevitabile, ed i nativi ne fecero le spese.
Il risultato, a secoli di distanza, fu la creazione degli Stati Uniti d’America, del Canada, del Messico e di tutti gli altri stati centro americani e sud americani che conosciamo, con lo sterminio dei nativi, in parte, la commistione etnica con i conquistatori (centro e sud americano) ed il confinamento in riserve dei nativi nordamericani.
Da notare che buona parte di questi ultimi, dopo secoli, NON si sono integrati nella società anglosassone, ma anche ispanica e nera degli USA, continuando a vivere una vita miserabile nelle riserve.

In Palestina è accaduta la medesima cosa, come prima altrove nel mondo: le popolazioni locali della Palestina furono soggette a dominazioni successive di altri popoli nel corso dei secoli e non raggiunsero mai la dimensione culturale, demografica, organizzativa di una sola nazione con identità univoca e riconoscibile.
Non è mai esistito uno stato palestinese e le popolazioni vissero in quei territori con un’organizzazione di stampo tribale, tra una dominazione e l’altra. L’arrivo degli Ebrei dopo il 1945 e la presa di possesso di quei territori, con le buone o con le cattive, neppure voglio discuterlo, portò rapidamente alla formazione dello Stato d’Israele, ad opera di una cultura secolare, ben riconosciuta e riconoscibile, con lingua e religione proprie: la cultura ebraica.
I nativi palestinesi non accettarono mai questo insediamento, in questo sostenuti dai correligionari musulmani del Nord Africa.
Tra un conflitto e l’altro siamo arrivati ai giorni nostri.

Su queste basi vien da chiedersi su cosa si possa mai fondare l’istanza della costituzione di uno “Stato Palestinese” indipendente e riconosciuto a livello internazionale, collocato, per di più, in parte all’interno del territorio ormai israeliano (Gaza) ed in parte ai suoi confini (Cisgiordania). In perfetta analogia i nativi nordamericani avrebbero diritto ad uno “Stato dei nativi nordamericani” nel territorio ormai USA, e potremmo proseguire un poco ovunque nel mondo, non dimenticando la Catalogna, il territorio basco nella Spagna del Nord, la Scozia, il Galles, e via così …
Perseguire un OBIETTIVO SBAGLIATO (lo stato palestinese indipendente) conduce a risultati devastanti, come si è visto sin qui. Allora perché perseverare? Perché non dire le cose come stanno e prendere atto, TUTTI, anche i paesi musulmani, dell’esistenza di uno stato ebraico in cui sono presenti popolazioni di diversa origine e di religione musulmana, da sottoporre alle leggi dello Stato in cui vivono, liberi tuttavia di emigrare altrove, in paesi di cultura più simile alla loro, disposti ad accoglierli.
Portare avanti questo FALSO STORICO del “popolo palestinese”, che non ha una sua lingua, ma parla arabo, che non ha una sua religione, essendo musulmani come tanti altri, che non ha un retaggio storico come NAZIONE, A CHI SERVE ?
Non serve neppure ai popoli arabi ed ai musulmani in genere, i cui interessi sono di ordine economico, di sviluppo, di miglioramento delle condizioni di vita dei loro cittadini, non di guerra religiosa insensata contro gli INFEDELI, sionisti o cristiani che siano.

Appoggiare HAMAS o Hezbollah, o Isis o qualsiasi altra formazione integralista islamica non porta acqua al mulino di alcun paese musulmano, anzi, la toglie, ed è già poca, mi pare, se escludiamo i signori del petrolio.

ALLORA FACCIAMOLA FINITA CON QUESTA STORIA: CHIEDO A TUTTI I MUSULMANI DI ABBANDONARE AL LORO DESTINO DI ESTINZIONE I TERRORISTI INTEGRALISTI, una cosa che avverrà rapidamente, anche se non in maniera indolore, qualora una tale presa di posizione emergesse in maniera netta e visibile, perché farebbe mancare il terreno sotto i piedi a questa gente, e soprattutto I SOLDI, le armi, l’appoggio delle masse musulmane più ignoranti, pacificando la regione e restituendola ad un cammino di sviluppo di cui ha un disperato bisogno, vista anche la pressione migratoria lontano dall’Africa.

Ing. Franco Puglia
21 ottobre 2023



Un pensiero su “NAZIONI, STATI E TRIBU

  1. Aggiungo una annotazione: si dice che buona parte dei non ebrei che risiedono nell’area palestinese sotto controllo israeliano non fossero li prima del 1945, prima quindi che gli ebrei si insediassero in quei territori.
    I più sarebbero arrivati DOPO, provenienti da ….
    Anche questi accampano diritti territoriali per la formazione di uno stato palestinese indipendente? Direi di si. E su quali basi?
    Questo elemento avvalora la FALSITA’ del presupposto di tutto il conflitto arabo-israeliano dopo il 1945.
    E toglie ogni fondamento alle tesi avanzate dai paesi di mezzo mono, anche sostenitori di Israele, circa la necessità di formare uno Stato Palestinese per porre fine a questo conflitto.

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