
Il nostro è un paese in declino, sotto ogni aspetto, come anche l’Europa, come l’intero mondo occidentale. Un declino che nessuno cerca di confutare, anche se la Politica al potere, quale che sia, cerca, anche giustamente, di offrire un’immagine meno deprimente del Paese, sottolineando le nostre qualità e dando risalto a quel poco che può indurre all’ottimismo. Ma la cruda realtà si misura con altri strumenti: ad esempio con la violenza, palese o latente, che permea tutto il nostro tessuto sociale. Nessuno di noi ne è immune, me compreso. C’è una rabbia sorda, silenziosa, che cova nel cuore di tutti noi.
La rabbia determinata dall’impotenza, dall’incapacità di cambiare le cose, dall’incapacità di avere un qualsiasi ruolo nel determinare i cambiamenti che vorremmo.
E questa rabbia è sempre pronta ad esplodere, e spesso esplode, per cose serie e meno serie, spesso per banalità assurde. Ne sono stato e ne sono tutt’ora vittima anch’io.
Inutile scendere in dettagli.
Ciascuno di noi ha i suoi motivi di scontento, specifici, ma esistono anche quelli ambientali. Quando ti guardi attorno e vedi soltanto facce potenzialmente ostili, ben che vada indifferenti, raramente propense al sorriso, quando attorno a te impera il degrado urbano, che va dalla spazzatura non rimossa, a quella che appare ogni giorno dispersa nell’ambiente dai selvaggi della notte, le strade a pezzi, che producono buche piccole e grandi non appena la pioggia diventa insistente, il movimento caotico ed affannoso della gente per le strade, con il tempo che incalza, mentre la melassa del traffico ti sommerge, i servizi essenziali che crollano, dai trasporti pubblici ai servizi di medicina di base, a quelli d’urgenza, a quelli ospedalieri, quando persino il rilascio di un passaporto diventa una scommessa, quando perdi il lavoro, e non ne trovi un altro, quando le uscite familiari superano le entrate e non sai più come sbarcare il lunario, quando hai bisogno della tutela della Giustizia, ma questa è latitante, lontana, irraggiungibile se ne hai bisogno, ma pronta a perseguitarti se stimolata da un Ente pubblico, ecco, allora cresce in te una rabbia sorda, una violenza repressa, pronta ad esplodere, contro tutto e tutti, contro il primo che capita, contro la moglie che vuole abbandonarti, contro il compagno di scuola che ti sfotte, contro l’insegnate che ti riprende, o ti boccia, o che boccia tuo figlio, creandoti un problema che non sai come risolvere. Ed esplodi, aggredisci, anche uccidi.
Ma ti conforta guardare un film in TV, dove lo spettacolo degli ammazzamenti è a porta di mano, e potresti essere tu col fucile mitragliatore in mano a spazzare via il nemico.
Un mondo violento, votato alla violenza, e ad un declino inarrestabile.
Ing. Franco Puglia
1 marzo 2024