VOCAZIONE ALLUVIONALE DELLA PIANURA PADANA

La mappa della pianura padana ci racconta in maniera eloquente come si sia formata e grazie a che cosa la terra abbia strappato spazio al mare: le alluvioni. Perché la pianura padana è collocata a sud della catena alpina, che la circonda ad ovest e poi si estende a sud di essa con l’appennino ligure ed emiliano.
Un circo di montagne che non può trattenere se non una parte dell’acqua piovana, ma la convoglia necessariamente e valle, verso l’imbuto padano, per sfociare poi in mare.
Il destino di questo territorio è, da sempre, alluvionale, a meno di periodi di siccità che irrorano a mala pena il terreno, che assorbe la poca acqua che precipita al suolo.

Un territorio fortemente antropizzato, con pochi corsi d’acqua che scendono al mare, alcuni come affluenti del grande fiume Po’, da nord, ed altri, dall’Appennino, che scaricano direttamente nell’Adriatico. E se sorvoliamo lo sviluppo di questi corsi d’acqua troviamo insediamenti umani ovunque, anche a ridosso delle sponde, mentre le aree golenali, cioè le aree a disposizione per raccogliere l’eccesso delle acque nelle ondate di piena sono rare o assenti. Ed ecco che, quando piove davvero, quando la siccità lascia spazio alle piogge, il solo sbocco possibile sono le inondazioni, e poi le lacrime di coccodrillo, che si aggiungono al deflusso delle acque.

Certo, che colpa ne hanno i singoli, le vittime di queste inondazioni distruttive?
Singolarmente, nessuna, collettivamente, però sono colpevoli, colpevoli attraverso la pochezza cognitiva di chi hanno eletto per amministrarli, nel corso del tempo, di chi, quindi, ha considerato il territorio come una vacca da mungere, incurante della distanza incolmabile tra le nostre scelte e quelle della natura.
Altro che “cambiamenti climatici” : la pianura padana è una pianura alluvionale da sempre, si è formata in questo modo. Ed anche in tempi recenti, prima delle “grandi scoperte” dei climatologi da operetta, questi eventi catastrofici erano non infrequenti: sul sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, è disponibile questo elenco delle alluvioni verificatisi in Italia dal 1951 al 2018.
22/10/1951 – Calabria – 68 MORTI
14/11/1951 – Polesine – 101 MORTI
19/09/1953 – Provincia di Genova – 10 MORTI
21/10/1953 – Provincia di Reggio Calabria – 101 MORTI
25-26/10/1954 – Provincia di Salerno – 325 MORTI
05/09/1959 – Ancona – 10 MORTI
23-25/10/1959 – Zona del Metapontino – 12 MORTI
04/11/1966 – Italia nord-orientale – 87 MORTI
04/11/1966 – Toscana e Firenze – 47 MORTI
03/11/1968 – Biellese – 83 MORTI
07/10/1970 – Genova e provincia – 48 MORTI
05/11/1976 – Trapani – 18 MORTI
09/08/1978 – Val d’Ossola – 19 MORTI
18/07/1987 – Valtellina – 23 MORTI
28/07/1987 – Val Pola – 28 MORTI
06/11/1994 – Piemonte – 71 MORTI
19/06/1996 – Versilia e Garfagnana – 14 MORTI
05/05/1998 – Sarno – 160 MORTI
10/09/2000 – Soverato – 13 MORTI
13-16/10/2000 – Italia nord-occidentale – 23 MORTI
01/10/2009 – Provincie di Messina – 37 MORTI
25/10/2011 – Lunigiana e Cinque Terre – 13 MORTI
04/11/2011 – Genova – 6 MORTI
18/11/2013 – Sardegna – 18 MORTI
10/09/2017 – Livorno – 8 MORTI
19/08/2018 – Forra del Raganello – 10 MORTI
03/11/2018 – Provincia di Palermo – 13 MORTI
Eventi come quello che ha colpito in questi giorni l’Emilia Romagna non sono un’eccezione e le cause non sono il cambiamento climatico o la pregressa siccità, ma la disastrata situazione idrogeologica di questo paese.
L’acqua che scende dalle montagne deve avere canali di scarico adeguati a sostenere le piene, non i momenti di magra, e gli insediamenti umani debbono essere distanti dalle aree golenali e protetti da argini adeguati. La mappa dei corsi d’acqua va ridisegnata, se si vogliono evitare, o ridurre, in futuro, analoghi disastri.
Ma come si fa? Significa anche radere al suolo migliaia di abitazioni, di insediamenti industriali, ecc, collocandoli altrove, al posto di altri insediamenti, anche agricoli.

In pratica una impresa impossibile. Gli errori del passato si pagano, sino in fondo, e chi paga non sono mai i responsabili, anzi, gli IRRESPONSABILI che li hanno prodotti.

Ing. Franco Puglia
20 maggio 2023


LA MOLLA ATMOSFERICA E LE ALLUVIONI

Sorprende che ad un periodo di siccità seguano alluvioni di immense proporzioni. Nessuna spiegazione certa, ma ne azzardo una: la MOLLA ATMOSFERICA. Cosa intendo dire?
La siccità chiama siccità, ed il terreno si surriscalda, producendo correnti calde ascensionali che tengono lontane le correnti fredde ed inducono ulteriore siccità. Come una molla che si sta caricando e comprime …. cosa?
Vapore acqueo. Il vapore acqueo è trasparente se non condensa.
Il cielo è azzurro, ma il vapore acqueo è sopra la nostra testa, caldo però, non condensato. Poi irrompe una corrente d’aria fredda in quota ed investe quest’area di vapore concentrato.
Cosa immaginate che possa accadere? Quello di cui stiamo facendo esperienza.
Ai Caraibi, sul mare, in pieno oceano, nella stagione estiva fa molto caldo.
L’evaporazione marina è massiccia, e le correnti ascensionali confinano il vapore in strati alti della troposfera. Non è visibile, ma c’è.
Poi ecco che scendono correnti da nord, dal polo, senza trovare ostacoli, e si scontrano con queste masse di vapore. Si scatena l’inferno. Accade ogni anno: le tempeste tropicali spazzano l’oceano e le coste orientali nord e centro americane, con le conseguenze che conosciamo.
Colpa della CO2 ? Bastaaaaaaa !!!

Il pianeta attraversa un periodo di marcata instabilità termica determinata da numerose concause e tra queste c’è ANCHE quella umana, non a causa della CO2, ma perché consumiamo tantissima energia, che va a finire TUTTA in calore ceduto all’aria.
Quanto pesa questo contributo? E chi lo sa …
Possiamo farci qualcosa? Realisticamente no, perché poco importa quale sia la fonte di calore, se fossile, nucleare o idraulica: sempre calore è. Possiamo ridurre in maniera significativa i consumi mondiali di energia, con 8 miliardi di umani, demograficamente in aumento? NO !!! Allora cerchiamo di attrezzarci per resistere al meglio a questi eventi catastrofici e che la fortuna ci assista.

Ing. Franco Puglia
18 maggio 2023