COME SMENTIRE LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Il governo di Mario Draghi introdusse un nuovo ministero, quello per la “transizione ecologica”, un neologismo di ultimo conio che esprime tutto e niente, visto che i contenuti sono tutti da costruire, anche se saranno stati nella fantasia di qualcuno come il nuovo ministro. MA VEDIAMO COSA POTREBBE ESSERE, E COSA NON DOVREBBE ESSERE.

INIZIAMO con una DEFINIZIONE, ARBITRARIA, di “ecologia” :
“Insieme di comportamenti umani volti ad alterare il meno possibile le condizioni naturali del pianeta, limitando l’impatto antropico alle necessità non sopprimibili dell’esistenza umana e del suo sviluppo civile in condizioni di crescente benessere.”

Ora, il BENESSERE UMANO e la SUA SOPRAVVIVENZA sono CONFLITTUALI con le CONDIZIONI NATURALI del PIANETA, ed allo stesso tempo la conservazione di tali condizioni è essenziale allo sviluppo civile dell’umanità in condizioni di crescente benessere. Un cane che si morde la coda, e che ci fa comprendere da subito come ogni percorso possa essere soltanto un compromesso tra benessere umano ed impatto negativo sul pianeta.
Ma VENIAMO al SODO, cioè ai MAGGIORI ELEMENTI di IMPATTO ANTROPICO da affrontare:
1. Alterazione delle condizioni dell’aria
2. Alterazione delle condizioni delle acque
3. Alterazione delle condizioni del suolo
4. Alterazione degli equilibri biologici del mondo vegetale ed animale
5. Introduzione di elementi estranei a quanto normalmente disponibile in natura

L’ARIA è forse l’elemento fonte di maggiori conflitti di ordine ideologico. L’alterazione della composizione dell’aria è un fatto oggettivo, sotto il profilo qualitativo; molto meno sotto quello quantitativo. E questa alterazione ad opera dell’uomo viene ritenuta responsabile delle alterazioni climatiche, da una parte della scienza e della politica, mentre altra parte della scienza nega che esista una qualsiasi relazione di causa-effetto tra alterazione dell’aria e del clima.
E qui occorre introdurre la distinzione essenziale tra inquinanti dell’aria e NON inquinanti. L’alterazione della composizione chimica dell’atmosfera viene attribuita in larga misura alla combustione di prodotti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) con l’introduzione in atmosfera dei residui della combustione, in particolare anidride carbonica (CO2), polvere di carbonio (le polveri sottili), ossidi di azoto (Nox) ed altri gas.
L’introduzione in atmosfera di quantità anche ingenti di CO2, va sottolineato, NON COSTITUISCE INQUINAMENTO E NON RAPPRESENTA ELEMENTO NOCIVO PER LA SALUTE VEGETALE ED ANIMALE. Anzi, la CO2 è un gas ESSENZIALE per lo sviluppo della vita vegetale, che in sua assenza perirebbe, si estinguerebbe, portando con se l’estinzione di ogni forma di vita animale. Perciò diciamo le cose come stanno:

LA CO2 E’ UN COMPONENTE INDISPENSABILE ALLA VITA SUL PIANETA.

Avremmo bisogno di più CO2 in atmosfera, non il contrario. La CO2 è stata però additata come uno dei principali responsabili di una presunta alterazione dell’effetto serra della nostra atmosfera, con conseguente surriscaldamento del pianeta e relativi scompensi climatici.
IO AFFERMO CON CERTEZZA CHE QUESTA ULTIMA IPOTESI E’ INFONDATA E CHE LA CO2 NON HA ALCUN EFFETTO SULLA CATTURA DI CALORE IN ATMOSFERA.

Le prove di questa mia affermazione richiedono una trattazione a parte. La COMBUSTIONE dei COMBUSTIBILI FOSSILI, però, introduce in atmosfera anche altri gas, di cui vorremmo poter fare a meno. La loro dispersione in atmosfera non costituisce un problema di ordine ecologico, perché degradano abbastanza rapidamente e vengono dilavati dalle piogge, ritornando al terreno, anche come composti azotati necessari allo sviluppo della vita vegetale (da Nox a sali nitrati). Il PROBLEMA si pone quando questi gas sono presenti a concentrazioni più elevate in aree delimitate di territorio, quelle ad alta densità di popolazione, quindi le grandi città del mondo.

Respirare questi gas nuoce alla salute? Salutari non sono, ma neppure letali, alle concentrazioni comunemente riscontrate. Sul danno da assorbimento a lungo termine ci sono opinioni scientifiche, e non, contrastanti, che hanno comunque determinato un atteggiamento della politica favorevole al contenimento dell’uso di combustibili fossili in ogni loro impiego, in primo luogo l’autotrazione ma anche la climatizzazione invernale degli edifici. La “transizione ecologica”, nell’intendimento di molti, vorrebbe essere il passaggio da una circolazione veicolare fondata su motori a combustione interna ad una fondata su trazione elettrica, o almeno sistemi misti. E per quanto attiene agli edifici, su una trasformazione degli edifici volta ad abbattere la dispersione termica di facciate ed infissi, riducendo quindi il fabbisogno termico, e sull’impiego crescente di sistemi di produzione di calore a tecnologia mista, con pompe di calore, pannelli solari e gas naturale, per non parlare di geotermia ed altre fantasie.

Questo è il NODO CENTRALE delle POLITICHE che GUARDANO alla “transizione ecologica” ed è QUELLO di MAGGIORE IMPATTO sia ECONOMICO che ESISTENZIALE SULLA VITA delle PERSONE. Il PARADOSSO è CHE, di tutte le cause d’impatto sull’equilibrio naturale del pianeta, QUESTA è CERTAMENTE QUELLA MENO RILEVANTE, ed È ANCORA PIÙ INSENSATO il FATTO che l’impatto è sulla sola salute fisica degli umani, non sull’equilibrio ecologico del pianeta nel suo insieme.

Il VERO impatto AMBIENTALE sul PIANETA si verifica sulle acque e suoi suoli, a causa dello scarico chimico e biologico di composti estranei alla composizione naturale dell’acqua, velenosi per le forme di vita vegetali ed animali, oppure anche soltanto batteriologicamente compromesse per l’uso umano e persino animale. Stessa cosa per i suoli, sconvolti dagli insediamenti abitativi e produttivi, nonché viabilistici, compromessi dallo scarico di rifiuti prodotti in quantità crescente, di cui soltanto una minima parte viene riciclata, mentre il grosso finisce in discariche oppure viene bruciata, contribuendo all’impatto atmosferico, anche se in maniera ridotta grazie ai complessi sistemi di abbattimento dei fumi.
A questo dovremmo aggiungere la proliferazione abnorme degli animali da allevamento destinati al consumo proteico umano, solo latticini e uova, nel migliore dei casi, ma in larga misura carni di ogni specie. Segue lo stravolgimento della vita delle specie selvatiche, con proliferazione di alcune e rischio di estinzione di altre.

L’AUTENTICA ECOLOGIA PASSA DA INTERVENTI SU QUESTI LIVELLI AMBIENTALI, che si preoccupano del pianeta a prescindere dagli esseri umani, mentre la PSEUDO ECOLOGIA si OCCUPA LIMITATAMENTE di QUESTI TEMI, concentrata su obiettivi di pretesa salvaguardia della salute umana, al prezzo di un abbassamento della qualità della vita sotto molteplici altri aspetti. Ma i NEO- ECOLOGISTI sono INVASATI da UNA VISIONE “carbocentrica” della SALUTE del PIANETA, la cui SALVEZZA PASSEREBBE dalla ELIMINAZIONE del CARBONIO dalla faccia della terra, inconsapevoli del significato di auto-estinzione di questo percorso, se mai fosse realizzabile . E QUESTA VISIONE PARANOICA ha MOSSO ormai INTERESSI ECONOMICI e POLITICI CONSIDEREVOLI, SOSTENUTI da una SCIENZA PREZZOLATA e MANIPOLATA, CHE ha TROVATO uno SBOCCO concreto NELLE POLITICHE EUROPEE ed ITALIANE, di conseguenza.

Roberto Cingolani, neo-ministro del vecchio governo Draghi proprio per la “transizione ecologica” , è un fisico, con un curriculum rispettabile di docente, personaggio sconosciuto del mondo universitario, presumibilmente orientato nel “main stream” neo-ecologista, quindi funzionale a sostenere gli interessi di quanti hanno investito nelle “green economy”, in Italia ma soprattutto in Europa, incentivando quindi investimenti, a debito di tutti noi, per l’espansione della produzione di automezzi elettrici, la produzione ulteriore di pannelli solari e torri eoliche, essendo queste, in concreto, le sole fonti di energia “rinnovabile” disponibili su piazza, ed a seguire miliardi a fondo perduto, ma sempre a debito di tutti i cittadini, per ridurre i consumi energetici degli edifici, tenendo sempre le finestre ben chiuse, per non fare entrare mai aria fredda, che poi è anche “inquinata” …

La lobby del settore termotecnico ha festeggiato, come quella delle costruzioni, che si è mossa, ventre a terra, per incappottare forse anche il Duomo di Milano, alla faccia delle “Belle Arti” meneghine. Già, perché migliorare l’isolamento termico degli edifici non è molto compatibile con il loro aspetto esterno, e si presta soltanto ad edifici “piatti” e grigi, come quelli di tanti edifici residenziali popolari, ma non certo ai centri storici antichi delle città italiane.

Il risanamento delle acque e dei suoli, invece, resterà nell’ombra, mentre è il tema che un neo ministro dovrebbe porre all’ordine del giorno. Allo stesso modo dovrebbero salire alla ribalta i temi dello smaltimento rifiuti, accettando le moderne tecnologie di termo valorizzazione dei rifiuti, con recupero energetico, in quanto dimostrabilmente poco inquinanti per l’atmosfera, e si dovrebbero mettere in atto nuove politiche industriali nel settore dell’imballaggio delle merci, ritornando all’uso della carta biodegradabile ovunque sia possibile, ed impiegando plastiche mono componente, come il PET, ovunque sia possibile, perché facilmente e vantaggiosamente riciclabili. Le tecnologie dell’imballaggio, specie a scopo alimentare e farmaceutico, sono complesse, e qualsiasi provvedimento va concertato con i produttori e spalmato nel tempo, perché gli impianti di produzione richiedono grandi investimenti, e non si possono cambiare dall’oggi al domani.

Ambientalismo significa anche CONTROLLO DEL TERRITORIO, in senso lato, CERCANDO di PREVENIRE gli EVENTI CATASTROFICI che INDUCONO anche QUEL TRASPORTO di DETRITI a VALLE e VERSO il MARE, principale responsabile degli sversamenti di plastica negli oceani. Non possiamo eliminare la plastica, che non ha un suo sostituto, a meno di non ritornare a condizioni di vita quasi medioevali, e dobbiamo quindi agire altrove, sulla sua produzione e reimpiego, e sulla sua conservazione e protezione dall’essere dispersa in natura, in un modo e nell’altro. Bene quindi ogni politica volta a scoraggiare l’impiego di questi materiali sul territorio, al di fuori delle abitazioni, sia nella fase produttiva e della destinazione d’uso del prodotto, sia in chiave di repressione di un uso “esterno” di involucri di bevande o cibi. Ancora una volta, non può essere un professore universitario, o la burocrazia, o la politica, a decidere COME raggiungere questi obiettivi, ma le aziende di produzione, di concerto con la politica che deve limitarsi a porre il problema, chiedendo le soluzioni.

E TORNANDO alla FAMIGERATA CO2 ed ai CAMBIAMENTI CLIMATICI, la sola politica SERIA e credibile, che determina un impatto positivo sul territorio in tutto il pianeta, si chiama RIFORESTAZIONE, ovunque sia possibile, un percorso che porta ad un crescente assorbimento della CO2 atmosferica, ritenuta a torto nociva, ad una redistribuzione delle precipitazioni atmosferiche su base territoriale, e quindi ad un riequilibrio climatico, ripristinando i volumi forestali immensi distrutti dagli incendi e dalle calamità naturali in tutto il pianeta, e mettendo in campo energiche politiche di contrasto alla deforestazione, vero i paesi che la praticano come il Brasile.

Ing. Franco Puglia
Da un suo articolo del 13 Febbraio 2021

I MECCANISMI DELLO SCAMBIO TERMICO NELLA MATERIA

Esistono tre meccanismi distinti per cui si può verificare uno scambio di calore tra corpi diversi: CONDUZIONE, CONVEZIONE ed IRRAGGIAMENTO.
Secondo le situazioni, uno dei tre meccanismi può avere un’influenza predominante sugli altri ma questo non esclude che molto spesso si trovino tutti e tre contemporaneamente presenti.

CONDUZIONE: scambio di calore tra corpi (o parti dello stesso corpo) aventi temperatura diversa, senza alcun movimento di materia. Prendiamo per esempio una parete di spessore “s” e di superficie “S”: nella faccia della parete interna misuriamo una temperatura ambiente di +20°C, mentre nella parte esterna, misuriamo -3°C. L’intensità del flusso termico che attraversa la parete è proporzionale alla differenza di temperatura (dt = ti – te) tra le due facce della parete e dipende dalle caratteristiche di quest’ultima.
Il flusso sarà tanto più intenso quanto maggiore sarà la superficie della parete, quanto minore è il suo spessore e quanto più permeabile al flusso termico è il materiale della parete (coefficiente di conducibilità K). Il coefficiente di conducibilità termica dipende dalla natura dei materiali: sono buoni conduttori i metalli, cattivi conduttori le sostanze non metalliche, pessimi conduttori i liquidi in genere e soprattutto i gas, per esempio l’aria.
Possiamo concludere con una formula riassuntiva della conduzione: Q=K x S x (ti-te) / s

CONVEZIONE: questo meccanismo si produce quando c’è uno scambio di calore tra un elemento solido, liquido o gassoso ed un altro fluido a temperatura più bassa.
Infatti, in questo meccanismo, oltre ad un flusso di calore, troviamo anche un effettivo movimento meccanico di materia fluida, che da vita a dei moti convettivi.
Essi possono essere dovuti al fatto che gli strati più caldi di un fluido tendono a dilatarsi, e ad acquistare perciò una densità inferiore rispetto a quella degli strati più freddi.
Quindi, se i due fluidi a temperatura diversa hanno la stessa densità, il fluido caldo (più leggero) tenderà a salire verso l’alto, mentre quello freddo (più pesante) tenderà ad andare verso il basso. I moti convettivi possono anche essere determinati da differenze di pressione del fluido tra due punti distanti tra loro: le due pressioni tendono ad uniformarsi, trasferendo materia, portando il fluido ad assumere ovunque la medesima densità.

IRRAGGIAMENTO: Esiste un terzo meccanismo che, a differenza degli altri due, non richiede la necessaria presenza di materia. Infatti, tutti i corpi caldi emettono particolari radiazioni (raggi infrarossi) che si possono trasmettere anche attraverso il vuoto; se questi raggi colpiscono un corpo più freddo di quello che li ha generati, vengono in parte assorbiti e si produce in questo modo uno scambio termico. La quantità di calore trasmessa per irraggiamento da un corpo caldo è fortemente influenzata dalla sua temperatura, dalla natura del corpo stesso (emissività, da 0 a 1) e dalla natura della superficie del corpo assorbente più freddo. Superfici porose e annerite assorbono infatti per intero la radiazione incidente, mentre superfici bianche o speculari la riflettono in gran parte.
La quantità di energia che una molecola può irradiare è proporzionale alla quarta potenza della temperatura assoluta T, espressa in gradi Kelvin, attraverso un coefficiente denominato costante di Stefan-Boltzmann, Ksb pari a 1,380649 x 10-23 Joule / °K . .

Per una massa solida conta anche la superficie radiante S, l’emittanza Em, cioè l’attitudine ad irradiare energia, che può assumere valori tra zero ed uno (corpo nero) ed il tempo. Nell’unità di tempo quindi la potenza irradiata da un corpo nero è W = S x Em x Ksb x T4 . Stante il valore di Ksb, dovremmo portare un corpo nero di superficie unitaria a 1.000.000 °K per irradiare 13,80649 Watt di potenza termica. A temperature più basse la potenza termica trasmissibile crolla, ed entra in gioco la superficie radiante o la massa radiante, che assume un peso prevalente nello scambio termico.
Detto questo, immaginate se è mai possibile che nel clima del pianeta lo scambio termico tra la sua superficie e l’atmosfera possa mai prevedere un significativo trasferimento termico dall’atmosfera verso terra, visto che l’atmosfera, a tutte le quote, presenta temperature inferiori a quelle del suolo, e se anche fossero superiori parliamo di temperature inferiori a 300°K, quindi con una potenza radiante unitaria infima. Quindi un trasferimento di calore significativo implica una MASSA significativa; in atmosfera, a tutte le quote, il 99% del gas atmosferico è costituito da ossigeno ed azoto, e la CO2 è presente solo nello 0,042%.
Che contributo potrebbe mai dare quel misero 1% che resta, quali che siano le sue caratteristiche? Nessuno.

L’ATMOSFERA NON PUO’ RISCALDARE LA SUPERFICIE DEL PIANETA PER VIA RADIANTE, PERCHE’ LE LEGGI DELLA FISICA GLIELO IMPEDISCONO.

Può farlo soltanto trasferendo fisicamente, PER CONVEZIONE (venti e correnti d’aria) aria calda o fredda da un territorio ad un altro, e nulla più. L’atmosfera opera soltanto come ritardante del raffreddamento del pianeta nelle ore notturne, perché oppone alla superficie del pianeta una massa d’aria a temperatura lentamente decrescente verso lo zero assoluto del cosmo, invece di esporla direttamente al vuoto cosmico. I fenomeni climatici TUTTI sono determinati dall’interazione termodinamica tra la superficie planetaria e l’atmosfera, entrambe riscaldate dall’irraggiamento solare diurno, e dai fenomeni dinamici che si attivano in atmosfera a causa delle differenti condizioni di temperatura nei vari punti del pianeta, che determinano gradienti di pressione, correnti d’aria anche vorticose, trasporti di masse d’aria fredde e calde, ed interazione con il vapore acqueo atmosferico che, grazie alle caratteristiche della molecola, può condensare in acqua piovana o gelare in neve o grandine. L’effetto serra dell’atmosfera NON ESISTE ed i GAS SERRA tanto meno. Smettiamola di condizionare la nostra vita alla produzione di CO2 indotta dall’impiego dei combustibili organici, carbone, petrolio e gas naturale.

Ing. Franco Puglia

8 Novembre 2024