INTELLIGENZA UMANA ED ANIMALE

Noi umani diamo per scontato di avere un’intelligenza di gran lunga superiore a quella degli animali. Non voglio mettere umani ed animali sul medesimo piano, cosa che sarebbe biologicamente sbagliata, tenuto conto delle caratteristiche cerebrali umane, ma voglio sottolineare alcuni aspetti delle rispettive capacità cognitive, con particolare attenzione alla comunicazione col mondo esterno, tipica di ciascuna specie.

Gli animali, TUTTI, nessuno escluso, vivono nel MONDO REALE. Anche gli umani, ma oltre al mondo reale hanno sviluppato la capacità di creare mondi virtuali, che esistono solo nella loro fantasia, ma che spesso vengono confusi col mondo reale, attribuendo ai mondi virtuali caratteristiche di realtà, che non possiedono.
Questa capacità ed attitudine si è sviluppata nel corso dell’evoluzione umana.
L’uomo primitivo già la possedeva, in embrione, ma non aveva certamente avuto ancora gli stimoli necessari ad immaginare mondi virtuali complessi.

La prima manifestazione a noi nota di virtualizzazione della realtà nei primitivi viene data dalla concezione della DIVINITA’. Il cervello dei primitivi era funzionale alle medesime necessità vitali degli animali da cui era circondato: procurarsi cibo, procreare, difendersi dai pericoli e dalle aggressioni, ripararsi dalle intemperie. La visione del mondo di questi esseri era, come per gli animali, strettamente connessa al mondo naturale, fatto di cose comprensibili a tutti, ma anche no. Comprendere che un altro animale poteva essere cibo, era facile. Comprendere che bere l’acqua era una necessità vitale non richiedeva immaginazione. Capire la pioggia, invece, o la natura di quell’astro lucente che illumina e riscalda la terra, richiede immaginazione.
Noi presumiamo che gli animali non si chiedano cosa sia il sole; lo conoscono, e tanto basta. Ma non agli umani. Il sole è stato tra i primi elementi naturali ad essere divinizzato.
Il DIO SOLE compare un poco in tutte le culture primitive.

Il sole fa parte del mondo reale, ma la sua natura divina no. Poco alla volta gli umani hanno divinizzato una quantità di altre cose, restando, però, ancora legati in qualche modo alla realtà. Gli dei greci risiedevano sul Monte Olimpo, considerato sacro ed irraggiungibile, e tuttavia ancora reale, ma la presenza della divinità era già virtuale, immaginaria.
Salto a piè pari l’intera storia umana sino ai giorni nostri, un’epoca nella quale il VIRTUALE ha raggiunto vertici incredibili. Non solo il senso del divino si è evoluto con le grandi religioni, in testa Cristianesimo ed Islamismo, ma si è esteso ad ogni aspetto della vita umana, grazie allo sviluppo continuo della trascrizione dell’immaginario su forme materiali, come i libri, ed oggi tutto il mondo digitale.

Gli animali, sprovvisti degli strumenti idonei a far compiere il salto di qualità (le mani), sono rimasti ancorati al mondo reale, a cui si sono adattati senza poterlo interpretare.
Noi, al contrario, abbiamo esteso a dismisura la nostra interpretazione del mondo reale, utilizzandola fantasia e cercando poi di avvalorare i mondi che questa descrive con ipotetiche PROVE di congruenza con la realtà.
Lo abbiamo fatto in tutti i campi, da quello della vita privata a quello della scienza, costruendoci mondi immaginari che trasfigurano la realtà assegnandole connotazioni a noi gradite, o funzionali a nostri specifici bisogni ed orientamenti.

In questo 2021 buona parte di quello che costituisce la nostra vita è disconnesso dal reale, eccezion fatta per le necessità vitali di sempre, quelle strettamente biologiche.
La vita sociale, però, ed anche parte della Scienza, si muovono sul terreno dell’immaginario, ed è una tendenza che, lungi dall’esaurirsi, è in pieno sviluppo.
Questo ha portato il pensiero delle persone a staccarsi completamente dalla realtà, assegnando alle cose con cui veniamo in contatto i significati e le funzioni che noi vogliamo dare loro. Questo atteggiamento influenza ogni cosa: le scelte alimentari, quelle sanitarie, quelle politiche, quelle dello svago, quelle del lavoro.
La distinzione tra il falso ed il vero è diventata evanescente: il pianeta si sta riscaldando oppure no? E chi lo sa; anche la scienza, con la s minuscola, è divisa. E la pandemia? Drammatica realtà o invenzione complottistica? Anche qui la fantasia imperversa.

Viviamo in un mondo in cui predomina l’immagine virtuale, che compare su schermi digitali grandi e piccoli, rispetto alle immagini tridimensionali del mondo materiale.
Questa forma di percezione ha soppiantato in larga misura altre forme di percezione, tra cui quella uditiva (ascolti, ma senza cercare di capire; è solo un rumore di fondo), quella della parola scritta (si legge ancora, ma sempre meno, e poi COSA si legge? ).

Questa evoluzione verso i mondi virtuali ci rende concretamente STUPIDI, perché ci stacca dalla realtà, e senza la realtà noi cessiamo di esistere. Lo scollamento dal mondo reale ci uccide, ed i morti non hanno fantasie …
E’ possibile invertire la marcia? Solo in piccola misura; diciamo che servirebbe una battuta d’arresto che sia capace di riportare gli esseri umani in contatto col mondo reale, quello senza il quale finisce la vita, per riscoprire l’importanza dell’intelligenza di base, quella degli animali, che permette loro di sfruttare al meglio le risorse del pianeta a loro vantaggio, anche se non possono piegarle, come gli umani talvolta riescono a fare, alle loro esigenze, distorcendo l’ambiente con tali manipolazioni, che non sono MAI prive di conseguenze negative.
Gli umani primitivi rispettavano l’ambiente perché era la loro sola risorsa, essendo incapaci di manipolarlo. Noi dovremmo fare molti passi indietro, riavvicinandoci a quelle posizioni, pur senza perdere quanto del nostro sviluppo merita di essere conservato.
Il comportamento degli animali, correttamente interpretato, può essere una guida.
L’Etologia, che studia il comportamento animale, può essere maestra di vita per gli umani.

Ing. Franco Puglia
22.11.2021


DOVE VA LA POLITICA OCCIDENTALE?

Il nostro mondo è dominato dell’instabilità e dall’incertezza, in campo climatico come economico ed oggi anche sanitario.
La politica non fa eccezione, anzi, raccoglie in se tutte le contraddizioni ed i conflitti del nostro mondo, senza riuscire a mettere ordine, a produrre una sintesi e ad indicare dei percorsi possibili, che siano credibili e largamente condivisibili.
L’astensionismo crescente degli elettori caratterizza questo periodo storico, sintomo di sfiducia generalizzata e di assenza di indicazioni credibili da seguire.
La tradizionale suddivisione tra destra e sinistra politiche permane, anche se qualcuno afferma che non esiste più. Hanno ragione entrambe le parti, perché sono i contenuti della destra e della sinistra che sono cambiati, ma il divario tra due opposte concezioni de mondo persiste, e sono entrambe concezioni che ci allontanano dalla soluzione dei nostri problemi comuni.
E’ venuto a mancare il “centro”, che in passato aveva un ruolo determinante, ma non era davvero espressione di una visione politica propria, ponendosi come mediatore tra le opposte fazioni, più per interesse personale dei suoi interpreti che per convinzione meditata di un progetto politico davvero alternativo alle estreme.

Le formule politiche, ormai, sono scatole vuote, mentre i temi sono scottanti e richiedono risposte coraggiose, fuor da schemi precostituiti ed ormai obsoleti.
Vediamo più in dettaglio.
1. Globalizzazione dei mercati, abbattimento di barriere doganali, delocalizzazione di unità produttive, controllo dei siti produttivi da parte di organismi multinazionali che sfuggono ad un controllo politico e fiscale di stampo nazionale.
2. Globalizzazione delle condizioni sanitarie, che inducono pandemie a livello internazionale grazie agli spostamenti massicci delle popolazioni, per motivi commerciali, turistici o migratori.
3. Disgregazione sociale indotta dalle migrazioni di massa dal SUD del mondo nei paesi più sviluppati, e concorrenza verso il basso nel mondo del lavoro.
4. Perdita di competenze nel mondo del lavoro occidentale, a causa delle delocalizzazioni produttive e delle politiche assistenziali, anche di ordine familiare, non solo pubbliche, volte al sostegno economico delle fasce giovanili della popolazione e delle fasce di popolazione meno attrezzate culturalmente per ritagliarsi spazi di reddito in una società che offre sempre meno opportunità di impiego.
5. Sottocultura diffusa in un mondo condizionato invece da un’evoluzione tecnologica in crescita esponenziale, che richiede competenze crescenti in un mondo in cui la scuola non è in grado di offrire neppure una formazione di base decente.
Conseguenza: posti di lavoro vacanti dove si cercano le competenze; offerta di lavoro sottopagato per lavori umili, precari e di facile sostituzione.
6. Invecchiamento generalizzato della popolazione, sempre più longeva grazie all’assistenza sanitaria avanzata, non compensato da una crescita demografica e reddituale delle generazioni più giovani.
7. Saturazione dei mercati tradizionali, e difficoltà di introduzione di nuovi consumi fondati su bisogni reali e non artificialmente indotti da nuove imposizioni normative.
Stagnazione dei consumi, sia per stazionarietà dei bisogni che per perdita di reddito destinabile ai consumi.
8. Obsolescenza delle soluzioni di stampo liberale in un mondo travolto da istanze assistenziali che pesano in maniera crescente ed incontrollata sulla spesa pubblica, favorendo un’economia di stampo statalista in cui si rifugia una crescente parte della popolazione, per via diretta o indiretta, come fornitori della Pubblica Amministrazione.
9. Strangolamento dell’iniziativa privata determinato dai troppi adempimenti regolamentari, all’interno di un modello di gestione della società fondato più sulle regole astratte che sulle assunzioni concrete di responsabilità.
10. Modificazioni del clima su scala planetaria, ed atteggiamenti assunti nei confronti di questo fenomeno, con conseguenze di ordine politico ed economico.

Alcune di queste condizioni sono state determinate da politiche che potremmo definire “di sinistra”, ed altre “di destra”. Siccome i problemi elencati sono TUTTI sul tappeto, una politica alternativa a quelle in atto dovrebbe offrire proposte di soluzione capaci di affrontare in maniera organica tutti questi elementi, che sono interdipendenti.
E le scelte, per essere credibili, non potrebbero che essere IMPOPOLARI, usando il bisturi dove serve, e servirebbe spesso, non avendo pietà per chi venisse colpito da tali scelte, formulate nell’interesse della stragrande maggioranza.
Scelte che, comunque, non potrebbero essere bianche o nere, dovendo comunque fare i conti con la realtà umana che abbiamo a disposizione, inadeguata alle sfide che abbiamo di fronte. Una guerra condotta, auspicabilmente, con ottimi generali, ma certamente con truppe male armate e peggio addestrate, un’armata Brancaleone.

Che io sappia, al momento, NESSUNO nel mio Paese sta tentando di prendere il toro per le corna, affrontando i temi che ho elencato nel loro complesso e formulando un progetto politico credibile, capace di trascinare le masse inermi ed inerti.

Ing. Franco Puglia

8 novembre 2021