LA NOTTE DEI BOMBAROLI

Alla fine anche il maledetto 2020 si è concluso.
Ma solo formalmente, perché non cambia nulla da un giorno ad un’altro solo perché noi conteggiamo i giorni in un certo modo.
Ma si sa, il fine d’anno e l’inizio del nuovo anno si debbono festeggiare. Come?
Mangiando più del dovuto, stappando bottiglie di spumante, ed in passato anche ballando, cantando, manifestando la propria gioia per essersi lasciati alle spalle una annata che, per i più, chissà perché, non è mai buona, mai da ricordare, con le solite eccezioni, naturalmente.
E si spera nel nuovo anno, si spera che ci siano dei cambiamenti, per il meglio, che non ci saranno, anche perché abbiamo diffusamente perduto la capacità di migliorare alcunché nella nostra vita.

E poi ci sono I BOTTI !

Che non sono fuochi d’artificio che illuminano il cielo notturno; ci sono anche quelli, ma richiedono persone specializzate, ed hanno anche un costo. Ma i più sono semplici petardi, che fanno solo rumore, ed alcuni sono grossi, producono vere e proprie esplosioni.
Fanno … IL BOTTO.
Qualcuno tra i bombaroli si fa male, ci lascia una mano, o la vista, al meglio un timpano.
E spesso si fanno male persone che non c’entrano, ma erano sulla traiettoria dei botti.
Ed ogni anno è peggio, aumenta il numero e la durata di queste esplosioni.

Io ho un cane, che come la maggior parte dei cani ha paura di questi botti, perché non li capisce, non sa cosa siano, e che pericolo rappresentino.
Ed il mio cane, ieri sera, è piombato nel terrore. Si è paralizzato.
Quando lo ho portato con un poco d’anticipo la sua passeggiata igienica serale, attorno alle 20, il bombardamento era già iniziato, ed il mio cane si è mosso in stato di perenne allerta, guardandosi intorno ed ignorando completamente i suoi bisogni fisiologici, incapace di occuparsi d’altro che non fosse il pericolo presunto attorno a lui.
Sono rientrato a casa senza che avesse sparso una goccia d’urina. Ma la sua vescica non poteva reggere sino al mattino seguente … Molto più tardi ho fatto altri tentativi, ma il cane si è rifiutato di allontanarsi dal nostro palazzo.

I botti sono continuati per tutta la serata, e la notte. Ed io ho dormito accanto a lui, vestito, su un divano, per tutta la notte, sino alle 5 del mattino, ora in cui mi sono alzato e sono sceso con lui. Ha alzato una zampa posteriore in strada, e non la ha più abbassata per dei minuti, lasciando defluire il fiume ininterrotto delle sue ansie e dei suoi umori liquidi.
Ed ancora, in lontananza, si udivano le esplosoni di altri botti, degli ultimi bombaroli irriducibili, strafatti di alcool e/o altre droghe. Siamo rientrati subito a casa e, finalmente, mi sono spogliato e sono andato a letto.

Questa era la notte del 31 dicembre 2020, una NOTTE DI COPRIFUOCO dopo le 22, con grande dispiegamento di forze dell’ordine per far rispettare le ordinanze ministeriali.

MA DOVE? MA QUANDO MAI?

Il paese delle parole vuote, dove si crede che basti scrivere un decreto perché il suo contenuto, come per miracolo, si traduca in azione, in effetti pratici. In questa per me terribile nottata avrebbe dovuto regnare il silenzio del covid, dopo le 22. E invece?

Il Paese è nelle mani del “dittatore dei dpcm”, a cui obbedisce chi vuole, nella latitanza di una Pubblica Amministrazione sonnolenta, e più spesso totalmente assente.
E la gente, e non sto dicendo gli italiani, ma la gente, che ormai sempre più spesso italiana non è, HA FESTEGGIATO, a modo suo ….
Ma CHE COSA ?
Le decine di migliaia di morti che abbiamo avuto nel corso dell’anno?
La perdita del lavoro per migliaia di piccole imprese e di lavoratori dipendenti?
Il BUIO che ci attende oltre questo varco tra le due annate, con una tenue speranza vaccinale che tanti persino rifiutano?

Hanno festeggiato, si sono ubriacati di spumante, ed altro, hanno fatto tutto il chiasso di cui erano capaci, nelle città rese comunque spettrali da un coprifuoco che comunque, ALTRI, hanno rispettato.
E con chi dovremmo riuscire a ricostruire questa società in sfacelo? Con queste RISORSE, siano esse autoctone o d’importazione?
OK, io non sarò un ottimista di natura, non sono uno che vede nella morte di una persona la sua resurrezione al cielo tra le braccia del suo salvatore, non sono uno che vede a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno, ma non sono neppure uno che scambia una pioggerellina per tempesta. Il punto è diverso: quel che vedo non offre alcun ragionevole motivo d’ottimismo, nel breve come nel lungo periodo.
Se qualcuno vede qualcosa che a me sfugge, sono tutto occhi ed orecchie.

Ing. Franco Puglia
1 Gennaio 2021