
Per parlare come si deve della sinistra italiana si dovrebbe scrivere un libro.
Sento stamane un tale del PD dire che il PD vince nelle grandi città.
Può essere vero (vedi Milano) ma a Torino e Roma l’ultima volta ha toppato.
Tuttavia c’è una ragione di fondo dietro questa affermazione.
La sinistra italiana è l’erede del PCI di Togliatti e del Partito Socialista di Nenni (non di Craxi). Entrambi non perseguirono, non so se dire per fortuna, la via rivoluzionaria al socialismo, ma ne seguirono una più morbida, subdola, non visibile, di natura culturale.
L’obiettivo di questa sinistra storica furono i centri del potere reale diversi da quello industriale, fuori dalla loro portata, e quindi la Pubblica Amministrazione, TUTTA, la Magistratura, la Scuola e le Università.
Un’area di POTERE non da poco !!!
Gradualmente, nel corso di anni, si sono infiltrati ovunque ed oggi gli eredi di quella sinistra sono INTELLETTUALI, persone dal reddito elevato, dirigenti della P.A., magistrati, docenti, ecc. La sinistra ha inoltre contaminato il mondo dell’arte, della letteratura, in parte, della stampa, anche. Una sfida VINTA, di carattere demografico, perché hanno collocato ovunque i loro rampolli, formati alla loro scuola di pensiero.
Oggi questa NUOVA SINISTRA incarnata dal PD rappresenta la nuova borghesia delle grandi città, ed esprime una ideologia che si è in buona misura staccata dalla sua base popolare tradizionale, operaia (ormai quasi estinta, almeno nelle città) per incarnare una nuova visione elitaria che trova nel neo ecologismo e nel mondialismo di maniera una credibile bandiera. Questa gente è favorevole ad una società multietnica e globalizzata, a città reinterpretate in chiave residenziale e turistica d’élite, con un distacco ormai profondo e strutturale da quel che resta della sinistra tradizionale e dalla base popolare delle periferie delle grandi città, che ritrovano a destra, nei movimenti populisti, Lega in particolare, i valori tradizionali legati alla loro condizione sociale, al reddito, al lavoro, ai problemi di quartiere, della sicurezza urbana, ecc. Un rovesciamento radicale di paradigma, in cui la destra rappresenta il popolino e la sinistra rappresenta le élite. Il conflitto tradizione capitale/lavoro, tra imprenditori e lavoratori dipendenti, resta immutato, ma questi ultimi sono ormai privi della rappresentanza politica tradizionale, perché i populisti stanno a cavallo tra capitale e lavoro, volendo fare gli interessi degli uni e degli altri senza avere la cultura storica per affrontare un progetto di conciliazione sociale di tale portata.
La CONFUSIONE delle menti, a questo punto è TOTALE.
L’appartenenza sociale è incerta, politicamente indeterminata.
La borghesia è divisa, tra borghesia tradizionale delle imprese e borghesia della pubblica amministrazione e del terziario. La stessa idea di fondare un NUOVO PARTITO si scontra con questa difficoltà di fondo : identificare la base sociale di riferimento.
Quando tutto questo avrà fine, forse tra un paio d’anni, avremo davanti il DESERTO DELLE IDEE, cittadini senza identità, alla mercé di chi, con LA FORZA, vorrà imporre un nuovo status quo.
Ing. Franco Puglia