Ma chi, Evergrande, il colosso immobiliare sull’orlo del fallimento, oppure la stessa Cina?
La notizia NON compare sulla prima pagina del Corriere di oggi, anche se è vero che la notizia non è di oggi, ma forse c’è anche un altro motivo: non creare allarmismo, perché quando dei colossi finanziari vanno in pezzi trascinano con se anche un sacco di altre imprese, in qualche misura creditrici del colosso.
E ripensare alla crisi del 2008 (Lehman Brothers) è automatico.
Forse non accadrà nulla: la Cina, come paese, dispone ormai di ingenti risorse finanziarie, ed inoltre può stampare moneta a piacimento, quindi è certamente in grado di assorbire la botta, evitando il peggio.
Quanto accade, però, è un sintomo sul quale riflettere. Lo sviluppo cinese è stato di una rapidità incredibile, con volumi di crescita sconosciuti nel resto del mondo.
I processi di crescita troppo veloci, però, sono anche fragili, e possono crollare fragorosamente.
Gli elementi di debolezza, in prospettiva, non sono trascurabili: i difficili rapporti con gli USA non incoraggiano una crescita stabile e robusta. Aziende cinesi come Huawei, colosso cinese della telefonia mobile, che in pochi anni era diventato il terzo fornitore mondiale dopo Samsung ed Apple, oggi sono quasi scomparse da alcuni mercati, certamente da quello italiano, a causa del boicottaggio di Google, indotto da Trump, in base al quale oggi chi acquista un cellulare Huawei non ha più il sistema operativo Android originale e non può più scaricare APP dall’archivio di Google.
Una limitazione gravissima, in un mondo (quello occidentale) dominato dallo strapotere mediatico di Google.
Gli anni che abbiamo davanti si prospettano a dir poco complicati, con una pandemia virale tutt’altro che risolta, che potrebbe riservare nuovi colpi di coda e che comunque ha cambiato gli scenari economici, introducendo elementi di difficoltà determinati dalle restrizioni anti contagio e dai rischi di contagio legati agli spostamenti.
Anche i danni economici diretti determinati dalla pandemia non sono ancora ben chiari ed il rimbalzo economico in alcuni settori, non essendo a carattere strutturale, è destinato ad esaurirsi.
A questi si aggiunge la condizione di incertezza politica di molti paesi, tra cui il nostro, ma anche la Germania non scherza, con un dopo Merkel molto incerto, e la situazione internazionale che prefigura una ripresa dell’islamismo, determinata dall’abbandono dell’Afghanistan al suo destino, mentre si irrigidiscono le posizioni conflittuali delle potenze militari, con il consolidamento del potere di Putin, la persistenza dell’atteggiamento turco nella politica mediorientale e la crisi evidente, generalizzata, della locomotiva americana, colpita gravemente anche da condizioni climatiche sempre più avverse, che peggiorano le condizioni del bilancio USA per far fronte ai danni prodotti dalle tempeste e dagli incendi.
Insomma non avremo modo di annoiarci …
Un articolo sul crack di Evergrande