VALOR MEDIO E MEDIA PONDERATA

In questi ultimi anni i Media ci massacrano di informazioni manipolate, a sostegno della tesi del riscaldamento planetario di origine antropica, e conseguenti cambiamenti del clima.
E per farlo ci raccontano che ogni anno la temperatura media del pianeta è cresciuta di qualche frazione di grado e che, se non facciamo qualcosa, tra alcuni anni sarà salita di qualche grado e sarà una catastrofe. Ma come fanno ad affermare questo? Misurano con dei termometri la temperatura in un numero abbastanza elevato di punti del globo e poi calcolano una TEMPERATURA MEDIA. In che modo? E chi lo sa …

Giova allora fare qualche riflessione sul significato di queste misure e sui risultati relativi. Prima cosa: misurare la temperatura in un punto ha lo scopo di dare indicazioni sulla capacità di quella zona di irradiare calore in atmosfera.
Seconda cosa: a casa vostra, in cucina, avete in genere 4 o 5 bruciatori, alcuni più piccoli altri più grandi. Bruciano tutti lo stesso gas, e la temperatura della fiamma è la stessa, però i bruciatori più grandi, con superficie maggiore, erogano più calore, quelli più piccoli ne erogano meno. Per questo le dimensioni sono differenti: per adattarsi alle differenti esigenze di cottura. La temperatura, da sola, non determina la cottura: la superficie del bruciatore è determinante.

Veniamo ora alle misure di temperature del pianeta: prendiamo, semplificando alla grande, un numero limitato di temperature, in soli 10 punti, espresse in °C: +16, +22, +28, +36, +40, +5, +8, -10, -25 – 30. Facciamo la somma di questi numeri: risulta 110.
Il valore medio, dividendo per 10, è uguale a +11°C.
Se questi 10 valori rappresentassero le sole temperature misurate sul pianeta in un medesimo giorno, ad una medesima ora, in zone differenti del pianeta, diremmo che la temperatura media è di +11°C. Se aumentiamo da 10 a 10mila, o a 100mila, o a un milione i punti di misura, otterremo un numero diverso, ovviamente, e non dimentichiamo che ad ogni minuto che passa quel numero cambia, perché sui vari punti del globo passano nuvole, oppure, no, c’è insolazione, oppure notte, ecc, ecc. Quindi una registrazione simultanea di tutti i punti di misura ci darebbe una curva di difficile interpretazione, essendo un mix di temperature diurne e notturne, montane e marine, equatoriali e polari, ecc, ecc.

Ma restiamo sui nostri 10 numeri esemplificativi ed associamo ciascuno di loro ad un elemento DI MASSA/SUPERFICIE, cioè alla capacità fisica della zona in cui si fa la misura di irradiare calore, per effetto di massa/superficie, a parità di temperatura.
Temperature: +16, +22, +28, +36, +40, +5, +8, -10, -25 – 30.
Indice di massa: 20, 21, 25, 16, 12, 18, 20, 12, 10, 8
Moltiplichiamo ciascuna temperatura per il suo indice di massa, sommiamo i risultati e dividiamo per la somma degli indici di massa.
Somma prodotti massa x temperatura:
320, 462, 700, 576, 480, 90, 160, -120, -250, -240 = 2.178
Somma indici di massa : 162 ;
se divido 2.178 per 162 ottengo una temperatura media di +13,44°C

Una bella differenza !!!! Proviamo ancora con altri numeri:
Temperature: +16, +22, +28, +36, +40, +5, +8, -10, -25 – 30.
Indice di massa: 12, 15, 20, 16, 5, 14, 10, 22, 18, 15
Somma prodotti massa x temperatura:
192, 330, 560, 576, 200, 70, 80, -220, -450, -450 = 888
Somma indici di massa : 147;
se divido 888 per 147 ottengo una temperatura media di +6,04°C

I numeri sono puramente casuali, tuttavia, usando il medesimo campione di temperature ma PESANDOLO con la capacità termica della zona di cui vuole esprimere la temperatura otteniamo numeri molto diversi di temperatura media equivalente, più rappresentativa della capacità della superficie del pianeta di irradiare calore verso l’atmosfera.
Ecco perché affermo che calcolare la MEDIA aritmetica di un qualsivoglia numero di campioni di temperatura sul pianeta NON HA ALCUN SENSO FISICO, perché non è la temperatura della fiammella di un fiammifero che può riscaldare l’atmosfera, ma il contributo termico complessivo di masse abbastanza omogenee di materia solida, liquida o gassosa, in funzione della loro superficie esposta, del loro calore specifico, della loro emissività radiante, e della capacità di trasmissione termica sottostante, tutti fattori fuori controllo, non misurabili, non calcolabili, non modellabili matematicamente.

La pretesa di poter esprimere un modello matematico di comportamento del clima del pianeta è la più grande opera di mistificazione scientifica di tutti i tempi e si appoggia su affermazioni prive di fondamento ai fini climatici, come la misura delle temperature in punti discreti del globo, per non parlare delle mistificazioni e manipolazioni della realtà sul ruolo di gas definiti ad effetto serra pur nella loro irrisoria concentrazione atmosferica, almeno ai fini climatici, e nell’assenza di caratteristiche fisiche e chimiche idonee ad esprimere un qualsivoglia effetto termodinamico diverso da quello della preponderante massa dei gas atmosferici principali, azoto ed ossigeno (99% !!!).

Ing. Franco Puglia

20 aprile 2024

LA CORRENTE DEL GOLFO ED IL CLIMA DEL PIANETA

La ben nota “Corrente del Golfo”, una corrente sottomarina che proviene dal Golfo del Messico, alla temperatura di quei mari, e che lambisce le coste europee, ha influenzato da sempre il clima europeo. Grazie alla corrente del Golfo noi godiamo di temperature più miti alle nostre latitudini.
New York come latitudine è all’altezza di Bari. L’Inghilterra è all’altezza del Canada centrale, ma d’inverno il Canada si copre di neve e ghiaccio e Londra no…sempre per la corrente del Golfo.

L’acqua dolce prodotta dallo scioglimento dei ghiacci polari si incunea nell’Atlantico del nord, spostandosi verso sud, determinando uno spostamento di masse d’acqua calda dal Golfo del Messico verso le aree più fredde a nord est, tenendo il mare libero dai ghiacci fino alle isole Svalbard.
La corrente del Golfo si produce per il galleggiamento dell’acqua dello scioglimento dei ghiacci sopra quella più densa del mare, e per l’effetto centrifugo della rotazione terrestre che la sospinge verso sud est, mentre da lì quella calda e più leggera tende va verso nord est.
Il meccanismo descritto è molto interessante: i ghiacci del polo nord non sono soltanto costituiti da acqua di mare ghiacciata, ma anche da neve, cioè da acqua dolce, che sciogliendosi nella stagione estiva riduce la salinità dell’acqua. Ora, l’acqua dolce ha un peso specifico inferiore a quello dell’acqua salata, e questo la fa scivolare verso sud, sino ai mari caldi, e poi nuovamente verso nord.
Un meccanismo complesso !

Se venisse a mancare l’acqua gelida dal nord, la corrente si fermerebbe e dalla Francia e Germania in su verso nord il clima sarebbe esattamente come quello canadese.
Una bella calotta glaciale invernale. Naturalmente anche le regioni meridionali dell’Europa, inclusa l’Italia, avrebbero un clima molto più freddo.
Stando così le cose, una minore copertura glaciale del Polo Nord farebbe diminuire l’influenza della corrente del golfo, e quindi indurrebbe un abbassamento delle temperature verso l’Europa del Nord. Abbiamo mai avuto segnali in questa direzione?
Non mi pare, nonostante gli strombazzamenti di scioglimento della calotta polare e di crisi delle popolazioni di orsi bianchi.

Quest’anno, leggo in rete, la calotta polare avrebbe inglobato senza soluzione di continuità la Groenlandia. Più ghiaccio polare = corrente del golfo più intensa = più caldo estivo in Europa ?
Ma il main stream climatico internazionale, soprattutto europeo, si disinteressa di questi fenomeni, ed attribuisce qualsiasi mutamento del clima ai “gas serra”, con la CO2 in testa, regina dei cambiamenti climatici, bestia nera della sinistra internazionale, la cui bandiera, da rossa che era, è diventata verde, dimenticando che, in assenza di CO2 sul pianeta, il colore verde sarebbe sconosciuto !

Ing. Franco Puglia
26 marzo 2024