PARLIAMO DEI 600 €

Soldi spiccioli

 

Si discute di come ed a chi assegnare il bonus di 600 € e/o altre forme di sostegno economico a cittadini ed imprese.
E ci raccontano che occorre fare domanda ad INPS, attraverso il portale dell’INPS, accedendo con un PIN (che non ha nessuno, se non alcuni pensionati) ma che si può richiedere telefonando ad un numero verde (800), come se un numero verde potesse gestire milioni di telefonate, e nel frattempo il portale INPS è già in crisi per i primi accessi.

L’agenzia delle Entrate SA TUTTO di ciascuno di noi, ed ha accesso anche ai nostri conti correnti. E quando non ci conosce, vuol dire che viviamo di economia sommersa, che siamo evasori totali, e allora, forse, se adesso crepiamo di fame non è la fine del mondo.

Cosa ne sa INPS della mia situazione economica se non sono un pensionato?
Ed anche se lo sono, cosa ne sa del mio patrimonio?
E le aziende non sono tutte uguali: alcune sopravvivono a stento, ma altre sono capitalizzate e possono benissimo sopportare a loro spese una sospensione di attività senza dover indebitare ulteriormente lo Stato, cioè tutti noi.

Fra poco si dovranno versare le tasse sul reddito 2019, almeno il saldo, per chi non ha ritenute alla fonte. Perché non sospendere questi versamenti, invece, per tutte le imprese? Questo è ossigeno, non i 600 €.

I 600 € dateli a chi ha veramente fame e ZERO € sul CC.
Dateli a chi ha un ISEE basso, non a chi magari ha una sospensione del reddito ma ha un CC bancario ben nutrito, o un conto titoli sostanzioso.
NO SOLDI ANCHE AI SOLITI FURBETTI!
L’Agenzia delle Entrate conosce tutti ed ha tutti gli elementi per scegliere chi sostenere e chi no.

Taccio gli improperi, le parolacce, le bestemmie che vorrei rivolgere a questi politici ed ai burocrati che li assistono, e metto nel mazzo anche quelli di opposizione che non sono meglio di quelli al potere.

EUROPA ALLO SBANDO, SENZA ACCORDI

Così ci racconta il Corriere:

Una partita altrettanto importante di quella sanitaria si gioca in Europa, ancora divisa sulle misure di sostegno all’economia danneggiata dall’epidemia. L’Italia e altri otto Paesi (tra cui Spagna e Francia) chiedono “risorse senza precedenti”, ma la cancelliera tedesca Angela Merkel e i leader di Olanda, Finlandia e Austria si oppongono.
Ieri il summit dei 27 capi di Stato e di governo dell’Unione europea, nonostante una teleconferenza di sei ore, non è riuscito a trovare un accordo e ha rimandato la decisione: se ne riparla tra due settimane, in un momento in cui la tempestività è tutto.

Aggiungo io:

Quanto è accaduto si presta a diverse letture:
1. Miopia isolazionista dei paesi di lingua tedesca e assimilabili, che non vogliono sopportare l’onere economico determinato dalle difficoltà dei paesi finanziariamente più deboli.
2. Opposizione a forme di ubriacatura da indebitamento, sotto la pulsione della paura determinata dall’epidemia in atto.

Di cosa stiamo parlando? Di SOLDI PUBBLICI a fronte di DEBITO PUBBLICO dei singoli paesi, ma a spese di TUTTI i paesi europei, con una ripartizione che non conosco.
L’Italia aveva proposto di sfruttare il fondo salva stati, che tuttavia è uno strumento di finanziamento in cui non si può pretendere di avere soldi senza contropartite, perché quei soldi sono di tutti, non di chi li chiede.

Qui il nocciolo della questione non è produrre altro indebitamento pubblico, secondo le presunte esigenze di ogni paese; qui il problema è avere SOLDI FRESCHI, non a debito, e non per finanziare chissà quali infrastrutture e per sostenere chissà quale spesa pubblica, con gli sciacalli di ogni risma già in attesa con la bava alla bocca, pronti la gettarsi sulla preda.
I sodi servono per SALVARE dal tracollo economico e dalla chiusura definitiva migliaia di piccole imprese.
E questi soldi non devono essere mediati dallo Stato.

Servono REGOLE EUROPEE che permettano di dare soldi freschi a migliaia di imprese, attraverso il canale bancario, a fronte di una verifica di opportunità di sostegno, che dia anche la misura del sostegno economico erogabile, A FONDO PERDUTO, non a debito.

E per mettere in campo soldi freschi esiste un solo modo: STAMPARLI, come fanno gli USA, pagando il prezzo di una tale operazione: svalutazione monetaria ed inflazione.
ragion per cui si tratta di una operazione delicata, da condurre per gradi, valutandone a posteriori gli effetti.

Ed aggiungo una cosa: la ricchezza non si crea stampando valuta.
Se crollano i consumi e la produzione di beni e servizi REALI, aumentare la liquidità non significa automaticamente riprendere produzioni e lavoro, e quindi creazione di VERA ricchezza.
Significa soltanto depauperare ulteriormente tutti, svalutando il potere d’acquisto della moneta.

Perciò, sebbene io non conosca le ragioni ragionate della posizione tedesca, conosco invece le ragioni profonde ed inconfessabili di quella italiana.

Il risultato, in ogni caso, si chiama STALLO, che non porta da nessuna parte, se non sempre più giù, verso il fallimento economico nazionale, determinato da un aumento senza controllo dell’indebitamento e dal crollo del PIL, sino a quando i “mercati” non acquisteranno più i titoli di stato nazionali, e sarà la fine.