IL PROBLEMA EBRAICO

La guerra tra Israele e gli arabi della regione, Hamas in testa, è iniziata, e non finirà.
Potranno esserci periodi di tregua, ma non di pace. Un dramma umano, politico e sociale che ha una sua storica ragion d’essere, accompagnata da errori ripetuti, da tutte le parti in conflitto. Ma andiamo per ordine.

Il problema è ANTICO, millenario. Trae origine dalla presenza in quest’area nordafricana di una comunità religiosa monoteista, la prima nella Storia umana, immersa in un crogiuolo di popoli simili ma anche diversi, tutti idolatri, spesso in lotta tra loro. Di quell’epoca sappiamo quanto ci racconta la tradizione verbale e scritta, sappiamo di periodi di autonomia di questa popolazione di EBREI, che non esprime una precisa etnia, ma che la tradizione vorrebbe tale, discendenti di Sem, Semiti, non di Cam (Camiti, i neri africani) e non di Ario (i bianchi Ariani). Balle romane, ma gli ebrei sono sempre stati considerati una etnia a parte, mentre non mi pare esistano evidenze biologiche in tal senso.
In alcuni periodi gli Ebrei riescono a raggiungere una propria configurazione statale autonoma, con un regnante (Davide, Salomone, ecc) ma con le conquiste romane la forte identità di origine religiosa degli ebrei gli impedisce di integrarsi con Roma, che alla fine decide di disperdere questa popolazione, diluendola nei suoi domini.
Così inizia la diaspora ebraica, che dura secoli.

Se fosse finita così, se gli ebrei fossero rimasti una tra le tante comunità religiose internazionali che esistono anche ai giorni nostri, poco male ne sarebbe incorso.
Invece no: il senso identitario delle comunità ebraiche nei diversi territori europei e del mondo li ha sempre isolati dalle altre comunità locali; sono stati ghettizzati, poi perseguitati, sino all’orrore della strage nazista.
Nel corso dei secoli, intanto, era nato Gesù Cristo, prima, e poi Maometto. Si era sviluppato il Cristianesimo, prima, e poi l’Islam. E queste due nuove religioni monoteiste facevano concorrenza a quella ebraica, e raggiunsero un grado di sviluppo a cui la religione ebraica non ambiva, evidentemente, entrando anche in conflitto tra loro, espandendosi su scala internazionale. Gli Ebrei sono sempre stati vissuti come un terzo incomodo in questo conflitto storico. Il Cristianesimo ha conquistato larga parte del mondo, e la stessa cosa ha fatto l’Islam, in area diverse. L’Islam ha trionfato in Medio Oriente e Nord Africa, con propaggini anche in estremo oriente (Pakistan, Malaysia, ecc).

Ed ecco che, alla fine del 1945, di fronte all’orrore dei campi di sterminio, l’Occidente impietrito decide che occorreva restituire una PATRIA ai superstiti di questa carneficina, una idea ineccepibile, ma sbagliata sul piano della prassi.
Quale territorio per la NAZIONE EBRAICA ? Risposta ovvia: la Palestina, la terra dei loro avi, a cui gli ebrei sono profondamente legati dalla loro tradizione storica e religiosa.
Come dire che per salvarmi mi rifugio a casa del mio carnefice. E’ vero che non erano stati i musulmani a sterminare gli ebrei, ma i cristianissimi tedeschi nazisti, però i musulmani non avevano versato lacrime, anzi. E quando hanno visto i superstiti occupare i deserti aridi attorno ai loro insediamenti pastorali, sono insorti, si sono inventati una Nazione Palestinese che non è mai esistita nella storia di quelle regioni, ed hanno iniziato a combattere una guerra che è in pieno svolgimento, e che non finirà MAI.

Da anni la politica STUPIDA insiste sulla fandonia dei due popoli e due stati, quello arabo palestinese e quello ebreo israeliano. E dove porta? Alla pace??? E perché mai?
La nazione ebraica è una spina nel fianco delle popolazioni musulmane dell’intera regione.
Ci sono altri STATI arabi indipendenti nella regione, e NON sono amici degli Israeliani.
L’Egitto era uno stato arabo indipendente quando attaccò Israele e subì una pesante sconfitta nella guerra dei 6 giorni.
Gaza è stata concretamente indipendente, anche se non formalmente, in tutti questi anni e NON ha perseguito una politica di pacifica collaborazione con Israele che ponesse le basi di un comune sviluppo in pace. No: hanno speso ogni dollaro per armarsi e preparare una nuova guerra. Tuttavia la POLITICA STUPIDA E IPOCRITA insiste per una soluzione con la creazione di uno stato palestinese indipendente, su DUE territori tra loro disgiunti, come Gaza e la Cisgiordania. Una soluzione che NON ESISTE.

Gaza si colloca, praticamente, all’interno del territorio Israeliano, e quindi è un TUMORE MALIGNO all’interno di Israele. Gaza va cancellata dalla carta geografica, e tutta la popolazione deve seguire il destino della diaspora, che fu prima degli ebrei, ma con una differenza fondamentale: gli Ebrei erano una comunità ESTRANEA ai territori nei quali fuggivano, mentre i Palestinesi sono arabi tali e quali gli egiziani, i siriani, i giordani, ecc, ecc. Più o meno medesime origini etniche, stessa cultura, stessa religione.
Non esiste una NAZIONE PALESTINESE, mentre i musulmani aspirano da secoli alla creazione di una NAZIONE ARABA, che ha parzialmente un senso storico, ha una sua collocazione territoriale di massima ed una religione comune, nonostante il conflitto tra la versione scita e sunnita.

Un tale processo aiuterebbe Israele a difendersi meglio, ma non risolve il problema di fondo:
Israele NON dovrebbe stare dove si trova; la sua collocazione fisica è intollerabile per gli arabi, e sarà SEMPRE una fonte di conflitto permanente.
Gli errori si pagano, sempre, ed il prezzo, qui, si calcola in milioni di vite umane.
I musulmani, dal loro punto di vista, hanno ragione: Israele NON dovrebbe esistere.
Ma esiste. E neppure i musulmani dovrebbero esistere, dal NOSTRO punto di vista, ma esistono. Se dopo il 1945 gli Ebrei si fossero trasferiti tutti in una delle tante aree disabitate degli USA, Texas, Utah, ecc, forse ci sarebbe stato qualche problema, ma niente del genere. Solo che quelle aree, per loro, erano prive di significato. L’identità dei popoli è anche radicata ai luoghi: riuscite ad immaginare un’Italia senza Roma?
Questo condanna gli Ebrei a nascere e morire in Palestina, li condanna a restare guerrieri a vita, li condanna ad una vita che nessuno di noi occidentali vorrebbe mai dover vivere.

Almeno, abbiate pietà di loro e non chiamateli sterminatori di palestinesi ….

Ing. Franco Puglia
11 Gennaio 2024

NAPOLEON, UN FILM, E L’EUROPA DI OGGI

Non vado molto al cinema, ma ieri ho voluto vedere Napoleon, un film su Napoleone Bonaparte, uscito di recente.
Mi è piaciuto, contrariamente a molti altri.
Ci sono elementi del film suscettibili di critiche? Ci sono sempre, ma resta la sostanza della rievocazione storica, più o meno aderente alla realtà storica, che poi è solo quella raccontata, quindi reale sino ad un certo punto. Ma non è di questo che voglio parlare.

Il film ripercorre la vita di Napoleone Bonaparte sin dai tempi della Rivoluzione Francese del 1789, attraverso la sua ascesa al potere e le sue principali battaglie campali, sino alla disfatta di Waterloo ed al successivo esilio, e ci racconta l’Europa di quei tempi, oltre due secoli or sono, ci racconta di milioni di morti sacrificati sull’altare del sogno di gloria napoleonico, un sogno imperiale, che periodicamente si ripete nel corso della Storia, che fu di Alessandro il Macedone, che fu di Giulio Cesare e di chi lo seguì alla testa di Roma, che fu di molti regnanti europei nel corso dei secoli, e più recentemente dell’ultimo Zar russo, che Vladimir Putin ha cercato di imitare, fuori tempo, dopo la sconfitta dell’Impero Russo fondato sul comunismo ed impersonato da Stalin.

La così definita “grande guerra” dal 1915 al 1918 produsse oltre 11 milioni di morti, niente rispetto alle guerre napoleoniche. E tra il 1940 ed il 1945 abbiamo fatto di meglio: oltre 60 milioni di morti, perché le armi erano più efficienti ed i territori di scontro più estesi.
Non sorprende che la popolazione mondiale facesse fatica a crescere, con queste falcidie, e che il boom demografico nasca dopo il 1945, anche se adesso, in Europa, la popolazione è in calo.

Gli interpreti di questi conflitti di ieri sono i medesimi di oggi: Inghilterra, Francia, Russia, Germania, (in senso lato, includendo anche l’Austria), Italia, e solo nel ‘900 gli USA.
Più ai margini la Spagna, che fu una potenza militare in epoche pre-napoleoniche.
I vari paesi est europei e balcanici furono coinvolti, ma avendo un ruolo diverso da quello dei principali interpreti.
Dopo il 1945 tutti questi paesi hanno convissuto IN PACE, di più, hanno cercato di unificarsi in una forma federale sostitutiva delle antiche ambizioni imperiali dell’uno o dell’altro.
Questa unione ha funzionato? Si, ma poco e male. Gli interessi dei singoli paesi sono rimasti ben radicati, ed una versa visione NEO EUROPEA non ha mai preso piede.
Purtroppo i popoli europei di oggi sono ancora quelli di ieri; parliamo lingue diverse, unificate in qualche modo dall’inglese, assunto al ruolo di linguaggio internazionale di comunicazione.
Ed il ricordo di quei sanguinosi conflitti, è davvero scomparso? I tedeschi non sono più i nazisti di ieri? Ed i russi di oggi cosa sono?

L’aggressione all’Ucraina da parte dei Russi ha riportato nel cuore dell’Europa morte e distruzione, che parevano appartenere ad altri mondi lontani.
La riaccensione del conflitto arabo-israeliano attorno alla striscia di Gaza fa, adesso, da arma di distrazione dal conflitto nella mittel Europa, che è tuttora in corso, ma se ne parla meno, e sembra non voler avere mai fine.

Ma tutto questo DA DOVE TRAE ORIGINE? Perché tutte queste guerre? Perché la Francia di Napoleone aggredì l’Austria, perché si sentiva minacciata da Inghilterra e Russia?
Ed oggi, perché la Russia di Putin dice di essersi sentita minacciata dall’Occidente, oggi, con un’Europa che vuole accogliere in se chiunque sia propenso a farne parte, sfiorando anche l’inclusione di paesi dalla cultura radicalmente diversa come la Turchia islamica, erede dell’Impero Ottomano, e dell’ambizione maomettana di supremazia araba su basi religiose?

Sono certo che molti pensano di avere delle risposte a queste domande, mentre io faccio molta fatica ad immaginarne. Le guerre, all’epoca dei regni, appaiono nella Storia quasi come un gioco di società tra i regnanti dei grandi paesi europei, all’interno di un mondo di diretta derivazione medioevale, con la classe nobiliare europea, prima con poteri limitati a piccoli territori, ducati, contee, sempre riferiti ad un Re, poi a territori più estesi, con piccoli regni. LOTTE DI POTERE, PER IL POTERE, che offre tutto, specie in epoche in cui non esisteva niente, se non braccia per lavorare la terra, campi da coltivare, territori di caccia o per allevare bestiame.
E questo poteva ancora valere in epoca napoleonica: siamo all’inizio dell’800, il mondo industriale è ancora di la da venire; ma in seguito? Cosa determina i grandi conflitti del ‘900?
No, no voglio ragionare assieme agli storici, non voglio fare l’anatomia di un’epoca per analizzare i vari reperti anatomici di ordine economico o politico.
Dietro ad ogni nazione europea c’erano UOMINI, personaggi di riferimento che erano stati capaci di conquistare il potere, un potere assoluto, capace di controllare le masse popolari non soltanto con la forza dei gendarmi, ma anche grazie ad un consenso tributato per istinto, per spirito di imitazione, per convenienza personale, o per inerzia, per incapacità di reagire, per ignoranza radicata e profonda.

Vedo scorrere nel film le immagini di Napoleone, non diverse da quelle di un altro celebre film che descrive le imprese di Alessandro il Macedone, e penso alle folle oceaniche di Piazza Venezia a Roma, che inneggiano al Duce, ed a quelle analoghe in Germania, verso il Fuhrer, Adolf Hitler, personaggi, oltretutto di spessore umano prossimo a zero, eppure idolatrati, condottieri verso una INEVITABILE VITTORIA …
Ed oggi abbiamo Vladimir Putin in Russia, e Xi Jin Ping in Cina, degno erede di quel Mao Tse Tung che riuscì ad irretire persino tanti giovani europei.

Piango su questo mondo di uomini e donne in preda a pochi, potenti ed ambiziosi; esseri umani sopraffatti dal quotidiano, impotenti per scelta, aggrappati alla loro spesso miserabile vita, pur che sia, perché non c’è altro a cui aggrapparsi, e gli DEI sono lontani, o sono morti.
Ascolto storie di ordinaria violenza, omicidi declinati al femminile, contro le donne, contro chi è più indifeso, pachi morti, in fondo, rispetto ai tanti che ogni giorno soccombono sotto i proiettili, in Medio Oriente come ormai nuovamente in Europa, ma anche altrove nel mondo, dove anche se mancano le basi di un conflitto allargato ci si accontenta almeno di spargere sangue accanto a casa, sparando all’impazzata in una scuola, senza sapere perché, in preda ad un male oscuro che ci divora, perché nasce nel profondo di coscienze malate, contaminate, stravolte.

Napoleone ha perso tutte le sue battaglie, anche quelle che ha vinto, e tutti gli altri dopo di lui, lasciandoci il mondo in cui viviamo.

Ing. Franco Puglia
27 novembre 2023