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Informazioni su Ing. Franco Puglia

Ingegnere elettronico, imprenditore in pensione, ex dirigente locale di FARE per fermare il declino, oggi free lance e promotore di una politica ALTERNATIVA.

UN CONFLITTO CHE, AL MOMENTO, APPARE SENZA SBOCCHI

Per una persona intelligente dovrebbe essere impossibile non schierarsi a fianco del popolo ucraino, e non riconoscere per quello che è la realtà dell’aggressione russa all’Ucraina. Eppure ci sono migliaia di sostenitori filorussi che sostengono il killer del KGB che risponde al nome di Vladimir Putin.
Essere al fianco degli ucraini, almeno col cuore, non implica tuttavia che non si possa capire le ragioni, ma sarebbe meglio dire i torti, della posizione russa.

Putin, ed il suo entourage, provengono dal disfacimento dell’URSS, che era un impero comunista esteso da est a ovest, dalla Siberia all’Ungheria. Con Gorbaciov l’impero crollò come un castello di carte, perché era fragile nelle sua fondamenta, vuoi perché fondato su un’ideologia economica fallimentare, vuoi perché aveva la pretesa di imperare da Mosca su una varietà di popoli e di condizioni di vita, e di risorse economiche le più diverse.
Una follia, quella di tutti i sogni imperiali che la Storia ha registrato.
Oggi questi uomini, rifiutando l’insegnamento della Storia, sperano di ridare vita al passato, ricostituendo una URR (Unione delle Repubbliche Russofile) con l’annessione diretta o il controllo indiretto dei paesi all’epoca sotto l’URSS.
L’Ucraina non poteva che essere la vittima designata di questo disegno imperialistico, perché molto vicina a Mosca per ragioni storiche, importante per ragioni economiche e strategica perché si frappone tra Mosca ed il Mar Nero.

Una politica intelligente da parte di Mosca sarebbe stata quella di portare la Russia a stringere un patto d’acciaio con l’Ucraina, ma su basi democratiche, costruendo una regione euro-orientale di grande interesse economico capace di restituire all’area quel peso geopolitico che sembra tanto mancare a Putin. Infatti non c’erano venti di guerra da Mosca durante la presidenza di Yanukovich, fedele a Mosca e subordinato ai voleri del Cremlino. Peccato che il duopolio Russia-Ucraina con Yanukovich non fosse paritetico, ma subordinato al regime moscovita. Da qui l’ascesa di Zelensky, inaspettato interprete di una sorta di rivoluzione ucraina. E visto l’atteggiamento di Mosca, quella prospettiva cadeva inevitabilmente. All’inizio Putin pensò di eliminare Zelensky riportando in sella un equivalente di Yanukovich, ma il piano fallì. Restavano soltanto le armi, e ancora una volta Putin sottovalutò la capacità ucraina di resistere e la sua volontà assoluta ed inalienabile di non dipendere da nessuno se non da se medesima.

Senza l’Ucraina il progetto russo si dissolve come neve al sole. Ecco perché Putin sta investendo tutte le sue risorse nel tentativo di sottomettere Kiev una volta per tutte, aprendo la strada all’espansione del suo progetto imperiale. Io credo, per quello che mi è dato di sapere, che le basi negoziali con Mosca sin qui esplorate non ci siano. Donald Trump e la sua corte non hanno abbastanza intelligenza per capire come muoversi in un contesto tanto difficile, e si stanno muovendo come elefanti in cristalleria, cercando di blandire Putin, una strategia assurda con un tale uomo, che apprezza le blandizie, ma le considera come una approvazione esplicita del suo agire.

Questo conflitto ha due soli sbocchi possibili che non siano tragici per l’Ucraina:
1. Mettere in ginocchio la Russia, militarmente, cosa che richiede un ben diverso presidente USA ed una Europa coesa ed in sintonia su una strategia di difesa aggressiva direttamente nei cieli ucraini, se non ancora sul terreno di combattimento.
2. Offrire alla Russia una via d’uscita che soddisfi l’orgoglio moscovita con un progetto di integrazione russo-europea, certamente appoggiato dagli americani, che restituisca ai russi la sensazione di avere un ruolo di primo piano all’interno di questo progetto, sacrificando la sua amicizia con la Cina, che è quanto vorrebbero gli americani. Inoltre è fondamentale che la regione del Donbass che si affaccia sul Mar Nero abbia una sua identità autonoma da mosca come da Kiev, e possa svolgere un ruolo di collante e di tramite dei movimenti economici tra l’Europa dell’Est ed il Mar Nero, cosa fondamentale per Mosca.
Diversamente lo spargimento di sangue continuerà da entrambe le parti sino all’esaurimento delle forze, ed occorre ricordare che tanto gli USA che l’Europa non sono in grado di sopportare a lungo uno sforzo bellico senza prospettive.

Ing. Franco Puglia
4 dicembre 2025

IL SISTEMA IMMUNITARIO E LA FARMACOLOGIA

Sappiamo abbastanza poco del nostro sistema immunitario, una definizione generica che include tutte le strategie di difesa delle nostre cellule dall’aggressione di cellule patogene, di cui, peraltro, il nostro organismo è ricco, anche quando siamo in buona salute, perché il sistema immunitario tiene sotto controllo lo sviluppo dei patogeni, impedendo una loro proliferazione e danni all’organismo. Molte batteri ospiti del nostro organismo sono addirittura indispensabili ad alcune nostre funzioni, servi della gleba impiegati per far il “lavoro sporco” nel nostro corpo: basti pensare all’intestino.
Il sistema immunitario agisce contro tutto ciò che non è in grado di riconoscere come facente parte del nostro organismo, e questo lo induce ad attaccare ogni tipo di contaminazione esterna introdotta nel nostro corpo.
In apparenza, però, il sistema si mobilita contro molecole VIVE, batteri e virus, non contro molecole MORTE, come le molecole dei farmaci. E se ingeriamo dei veleni, cioè molecole inorganiche semplici, non reagisce, ed è compito dei nostri sistemi escretori liberarsene, per via renale ed intestinale.

Sappiamo, però, che questa regola non è assoluta: infatti il sistema immunitario può reagire anche in presenza di agenti estranei inorganici, oppure organici ma non batterici/virali, con quelle che comunemente chiamiamo reazioni allergiche.
In una reazione allergica i corpuscoli che esprimono le difese immunitarie dell’organismo non si mobilitano contro questi corpi estranei, di cui riconoscono la presenza ma che non possono aggredire per via metabolica, non possono cioè MANGIARLI, smembrando la cellula. Ed ecco che, allora, paiono mobilitarsi a casaccio, facendo scompiglio in qualche organo del nostro corpo, che subisce la reazione immunitaria, con manifestazioni a volte lievi ma anche gravi, come lo shock anafilattico, che può anche determinare la morte.

Quando ingeriamo un farmaco qualsiasi introduciamo nel nostro organismo molecole che sono estranee all’organismo, e che quindi il sistema immunitario vorrebbe distruggere, ma non sa come farlo. Alcune di queste molecole sono dei VELENI per i sistemi cellulari, per i batteri, raramente per i virus. La loro diffusione nel sangue colpisce i patogeni impedendo la loro riproduzione (batteriostatici) e determinando la loro morte biologica.
Il farmaco viene espulso dall’organismo attraverso le vie renali/intestinali che sono i nostri spazzini depuratori del sangue. Il tutto senza danni organici apparenti, più spesso, ma non sempre. I “bugiardini” dei farmaci contengono un elenco chilometrico di controindicazioni e di descrizioni di possibili effetti avversi, che quasi mai si verificano, ma talvolta si.
Nessuna di queste descrizioni, però, spiega il rapporto di causa-effetto tra il farmaco e la patologia che potrebbe determinare. E allora come fanno le case farmaceutiche a presumere questi possibili effetti? Per via statistica: su N pazienti che assumono il farmaco in X pazienti insorge una certa patologia, in Y pazienti un’altra, e così via.

Quindi non sappiamo perché il disturbo insorge, ma la Medicina Ufficiale non è mai stata sfiorata dal dubbio che il Sistema Immunitario entri in gioco in questi casi, determinando l’insorgenza della patologia. Non solo: se dei disturbi possono verificarsi in individui SANI a maggior ragione si verificano in individui con una patologia in atto, talvolta ancora silente, che può essere stimolata da sistema immunitario, o in forma attiva o in forma passiva, cioè distogliendo risorse da quella patologia per rivolgerle verso il nuovo venuto farmacologico.

Tutte queste sono mere supposizioni, visto che nessuno ha indagato in questa direzione, che io sappia, e se lo ha fatto non ha scoperto nulla che si possa rendere di pubblico dominio. Il discorso sui farmaci si può applicare a maggior ragione sui vaccini, perché le molecole vaccinali assomigliano molto di più delle molecole dei farmaci a quelle molecole che il sistema immunitario è abituato a riconoscere ed a combattere.
E’ cosa nota che ogni vaccinazione può indurre una temporanea reazione dell’organismo, anche se non necessariamente: febbriciattola, dolenza diffusa, ed altri piccoli disagi temporanei.

Oggi un sacco di gente viene colpita dalle cosiddette “malattie rare”, che tanto rare poi non sono, patologie di cui non si conosce l’origine e tantomeno una terapia.
Vengono spesso definite come patologie di origine autoimmune, volendo significare che il sistema immunitario si rivolge contro cellule “buone” scambiate per “cattive” !
Eppure, a questo mondo, il principio di causa ed effetto è senza eccezione: nulla accade senza una causa, che può essere difficile da individuare.
Questa reazione fuori luogo del sistema immunitario potrebbe spiegare anche i tanti casi di insorgenza di patologie diverse segnalati durante la campagna vaccinale contro il Covid 19 nel 2020, che hanno determinato la nascita del movimento NOVAX, orientato a criminalizzare la tecnica vaccinale, che invece appare corretta, volta ad identificare specifiche molecole virali stimolando la produzione di una risposta immunitaria preventiva, ma l’esercito anticorpale si mobilita a fronte di un nemico assente, se manca il contagio virale, ed in assenza di un nemico esterno non è impossibile che, in qualche organismo le truppe immunitarie si rivolgano verso molecole sbagliate, o che la loro mobilitazione sguarnisca un fronte interno già attivo, dando via libera ad una patologia già in corso ma ancora silente.

Tanti interrogativi, nessuna risposta, ma in questo caso non è il mio compito, bensì quello della scienza medica, che è chiamata ad un salto di qualità.

Ing. Franco Puglia
3 dicembre 2025